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PALERMO: lezione di pubblica amministrazione, civiltà e convivenza senza problemi tra etnie e nazionalità diverse – sec. XII

La Sicilia del secolo d’oro

La grande isola era la California dell’epoca

Sono rimasta stupita leggendo una cosa già capitata …

Se è vero che i normanni durante i combattimenti andavano un po’ per le spicce, e facevano scorrere copiosamente il sangue, è pure vero che questo popolo semibarbaro ha saputo dare a tutto l’Occidente cristiano una grande lezione di civiltà: la tolleranza. Durante il loro dominio dell’Italia meridionale tra l’XI e il XII secolo, soprattutto la Sicilia si gioverà di questa nuova atmosfera. Fra vinti e vincitori fiorirà un positivo rapporto di stima e collaborazione: il ministro delle finanze era un musulmano; gran parte degli uffici pubblici, nella corte palermitana, erano diretti da arabi; le monete riportavano figurazioni legate a leggende saracene; la stessa guardia del re era composta da arcieri saraceni; e di stirpe araba era un intero corpo dell’esercito.

Prelati e feudatari cristiani si incontravano, a palazzo, con i nobili saraceni senza manifestare alcuno stupore o risentimento.

Su una superficie di pochi chilometri quadrati si poteva trovare un villaggio arabo, il castello di un nuovo signore normanno, un’avviata colonia commerciale di lombardi, oppure di amalfitani, e un’antica città abitata da schiette popolazioni sicule.

Nelle grandi città tutte queste stirpi si mescolavano insieme, e il grido del muezzin che dall’alto del minareto chiamava i fedeli islamici alla preghiera, si confondeva con il suono di campane d’un monastero cristiano. Oltre ai feudatari normanni, esistevano feudatari italici e arabi, e, se i baroni erano in maggioranza normanni o francesi, i burocrati e i capi militari avevano in prevalenza nomi latini, arabi, greci. Venivano rispettate le costumanze di ogni razza, non solo in materia religiosa ma anche in campo giuridico. C’erano notai per ogni stirpe, e nessun diritto aveva la prevalenza sugli altri.

Da questa situazione (che non si ripeterà più altrettanto felicemente nella storia) non derivò il caos ma un efficiente equilibrio. Il re era sovrano assoluto e riconosciuto, e a lui faceva capo tutta l’organizzazione statale.

Negli anni delle feroci guerre tra feudatari, la Sicilia visse una singolare pace interna; Palermo splendeva per bellezza e benessere come nessun’altra città dell’Europa continentale.

Il sovrano, al di sopra delle parti, assisteva alle funzioni cristiane indossando una ricca tunica, sulla quale era ricamata, in cifre arabe antiche, la data dell’Egira (inizio dell’era maomettana).

Anche l’arte conobbe, in questi anni, una fioritura eccezionale. La reggia e la cappella Palatina dedicata a S. Pietro a Palermo, il duomo di Cefalù, il castello di Favara vennero iniziati e compiuti nei secoli XII – XIII.

L’agricoltura e l’industria si avvalsero dell’esperienza congiunta di tutti i popoli e prosperarono in modo tale che la Sicilia divenne la California dell’epoca, il paradiso <<ritrovato>>”.

Scheda N. 34 dal libro –  La Sicilia del secolo d’oro La grande isola era la California dell’epoca 

Collezione <I grandi della storia – La vita e il tempo di Gregorio VII> – Arnoldo Mondadori Editore, 1970.

Lezione di civiltà Palermo

https://arabonormannaunesco.it/i-monumenti-del-sito/cattedrale-di-cefalu.html

https://cefalu.it/magazine/duomo-di-cefalu-storia-e-architettura/

https://cefalu.it/travel/palermo/

https://cefalu.it/wp-content/uploads/2018/03/palermo-cefalu-e1522416660574.jpg

https://www.palermoweb.com/cittadelsole/monumenti/castello_maredolce.htm

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