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E se l’ultima parola spettasse ai lavoratori? Guardando OLTRE le statistiche, la vita vera

L’originalità di chi seleziona il personale SERVE? L’UMANITA’?

Parola alla “controparte” …

Ci sono tanti studi sul come i lavoratori dovrebbero comportarsi per entrare nel mondo del lavoro, statistiche più o meno incanalate su temi utili alle stesse statistiche, MA, non ho mai letto uno studio fatto dalla CONTROPARTE. Cosa pensano i lavoratori, i disoccupati di chi non è in grado di riunire la domanda con l’offerta? Sarebbe molto utile sapere perché non ci si riesce mai, che strane formule di incantesimo bisogna recitare per poter vincere la lotteria dei posti di lavoro? Entrare nelle grazie di chi seleziona? Che non sia mai.

               Da straniera, ho sempre seguito quello che andava fatto, passo passo, stando ai canoni del posto, ma senza alcun risultato. Corsi e corsi, pagati rigorosamente dalla C.E. ma che non portavano mai pane, perché finiva tutto lì, non c’era una reale continuità. Intendiamoci, chiamo reale continuità, tutto quello che accompagna la persona dallo studio alla pagnotta, dal aver seguito un percorso scolastico, due, tre, per trasformare tutto ciò in pane, soldi per vivere, non ricchezza, ma per la dignità di ciascuno. Quel legame tra destra e sinistra, la domanda e offerta, ma tra persone e non A.I. intendiamoci. Lasciare il destino della propria famiglia nelle mani di chi, di cosa?

               Chi approva e finanzia tutti questi corsi e corsi, che non costano nemmeno poco, ma che non sbocciano in LAVORO, PANE e DIGNITA’, devono capire che qualcosa non funziona, qualcosa non ha senso.

Ad un certo punto bisogna pur domandarci, a cosa serve tutta questa quantità di corsi senza risultato concreto, disoccupati sempre più specializzati, oppure CREARE POSTI DI LAVORO – apprendistati professionalizzanti con sbocco reale, contratti tutelati non solo per i giovani, ma anche per i loro genitori?

Non si possono specializzare una, due, tre, quattro volte le persone senza mai agganciare la qualifica con il lavoro. SE, tutta questa preparazione, per il grande salto rimane solo ed esclusivamente in fase di preparazione, IL SALTO non arriverà mai. Si studia con l’intento di lavorare non con l’intento di accumulare diplomi sopra diplomi senza avere soldi in tasca per pane. Smettiamo di “riuscire nella vita” solo ed esclusivamente grazie ai parenti, amici, conoscenze e raccomandazioni.

               Questo modo di “selezione naturale” esclude tutti coloro che non sono conoscenti di nessuno, non sono simpatici a nessuno e non hanno voglia di entrare in quel ambiente, ottenere quel posto grazie a qualcuno, ma per il proprio merito. Questo significa che c’è bisogno di una figura umana, che non giudica solo dalle apparenze, non sta lì a contare quante volte hai mosso un piede, una gamba mentre ti “passava ai raggi X” perché nessuno è in grado di comprendere la profondità dell’animo umano.

               Se dici quello, non va bene, se racconti quello, non è nel tuo favore, ma vogliamo una buona volta dire al pane pane e al vino vino: ringraziate Dio se nella vostra squadra ci sono persone che hanno questa qualità, onestà intellettuale. Questa rarità, questa specie in via di estinzione: l’onestà intellettuale è una benedizione per tutti.

               Molto di moda va la parola, persuasione. Profumo della persuasione è cosparso dappertutto, se invece avete rispetto per la dignità di ciascuno, non lo userete mai.

Magari non è redditizio essere veri, ma fa dormire sogni tranquilli, potete guardarvi nello specchio senza vergognarvi, quello che i vostri genitori vi hanno insegnato NON, cioè, non mentire, fu cosa vana.

Immaginate che siete consigliati prima del colloquio per un nuovo – amichevolmente, su una domanda che potrebbe farvela l’esaminatore, qui sembrerà ancora più strano – perché non c’entrava proprio con la materia per cui vi presentate, la domanda fu questa:

“E se vi chiedono (eravamo un piccolo gruppo) se credete in Dio, dite la verità. E qui si lasciò il gran silenzio, poi continua, “dite la verità”. A questo punto, ciascuno aveva inteso che la verità è personalizzata, cioè, ciascuno dirà la sua. In mezzo al gran silenzio, continua il “consiglio”: dite che non credete! E qui, il più silenzioso del gruppo replica: “questo lo dici tu per te stessa, ma io ci credo” e la cosa finì con una sorpresa”. Come mai la fede ancora oggi ha bisogno di essere rinnegata? Tra i valori ereditati c’è anche la fede, mai rinnegarla per un pezzo di pane, sarebbe vergognoso. Non giova a nessuno rinnegare la vera natura.

Ho lavorato come minoranza romano cattolica tra ortodossi, ma sono stata protetta proprio dai patti sindacali, oltre che umani.

               In quanto riguarda una buona squadra, qui bisogna saper assegnare il ruolo giusto alla persona giusta, un fiuto speciale per saper inserire le persone nel giusto posto, non sarà una macchina a saperlo fare. Forse vale la pena riprendere ciascuno le redini del proprio collettivo e sentire la loro voce, non come anonimo, ma faccia a faccia, perché solo faccia a faccia l’arte del saper leggere il volto delle persone riporta la dignità di ciascuno alla quota vivibile.

Non se ne può più sentire di élite, VIP, personaggi di copertina e tutto il resto, il vero mondo gira non attorno, ma grazie a miliardi di persone completamente ignorate, sconosciute e perché no, disprezzate. Sarebbe ora che il Capo, non sia tanto conosciuto, proprio per poter verificare di persona la fedeltà dei suoi, della squadra: più bello ancora è quando bisogna formare una nuova squadra dove si saprà che prima o poi tocca a tutti servire, essere gentili e onesti con tutti, ma soprattutto con sé stessi.

Non è importante chi è il primo, ma che sia l’unità e franchezza, essere sé stessi e non sembrare, conoscere i valori di ciascuno come una scheda personale, come una lezione di vita dove non è importante quante medaglie, diplomi hai, ma, quanti ostacoli sei riuscito a sconfiggere nonostante. Quello è il percorso da seguire, conoscere la fragilità e la vulnerabilità, non per vergognarsi, ma per rafforzare i muri deboli.

               Uno dei grandi sbagli è di pensare che qualcuno può staccare dalla mente da vita privata dal suo lavoro, ecco perché non è indifferente, non può rimanere un segreto il fatto di convivere con un malato disabile in casa, avere un figlio malato, soffrire di una malattia incurabile – non sono né scuse, né cose da poco: è la vita vera. Non si può far finta di nulla, ecco perché per questa categoria di persone la vittoria è una vittoria giorno per giorno, ma è piena, la vita va vissuta con consapevolezza. Coloro che potranno farlo, abbiano a cuore anche questa categoria, da cristiana posso dire che Dio avrà cura delle aziende che hanno cura di queste persone, leniscono i loro dolori.

               La vittoria sarà moltiplicata, risentita dai membri di tutte queste famiglie, poiché se non si ha cura dei propri malati, dei poveri della famiglia, che famiglia è?

Non si possono rinnegare le origini, la famiglia, la religione, nemmeno per un pezzo di pane. La diversità delle culture, delle religioni arricchisce la consapevolezza di far parte di una famiglia molto più grande di quella che abbiamo immaginato. Ricordiamoci che si può amare solo quello che si conosce. Onestamente, quanto odio si sta diffondendo per ignoranza: ignoranza è la parola giusta. Io non voglio sapere il tuo ragionamento, tu non vuoi sapere il mio, solo così, con un NON dialogo, può restare in piedi un disaccordo. Ma se io faccio il primo passo, lascio perdere l’orgoglio, il dialogo inizia, almeno ci ho provato. Se si tratta della PACE – mai e poi mai, lasciare in questo ambito lavorare persone superbe, lì c’è in gioco la vita degli altri, non solo la sua.

Pregate per incontrare sulla vostra strada, persone “contaminate” da saperi, dalla vera cultura, dalla vita vera, lascio “la parola” …

https://www.carmenwebdesign.it/il-posto-il-mio-biglieto-da-visita-di-mons-alessandro-pronzato/
https://www.carmenwebdesign.it/dimensioni-delluomo/

Antoine di Saint-Exupéry dice:

  • Nella Lettera al Generale X (uno scritto che è come un testamento acuto e
    dolente) –  Antoine di Saint-Exupéry dice: <<C’è un solo problema,
    uno solo per il mondo: ridare agli uomini un significato spirituale,
    inquietudini spirituali … Non si può vivere di frigoriferi, di politica, di
    bilanci e di parole incrociate. Non si può più. Non si può più vivere senza
    poesia, senza calore né amore>>.

  • Non esiste la testimonianza, ma gli uomini che testimoniano.

  • Solo nel silenzio la verità di ciascuno si ricompone e mette le radici.

  • Le parole confondono l’uomo. Viene l’ora in cui le cose passate prendono il
    loro vero significato, quello di farti divenire.

Tormento del divenire

  • Vivere è nascere lentamente. Sarebbe troppo comodo valersi di anime belle e
    fatte.

  • Non ha importanza l’individuo con la sua povera corteccia e il suo bazar di
    idee, ma soprattutto conta l’anima più o meno vasta, coi suoi climi, le sue
    montagne, i suoi deserti di silenzio, lo sciogliersi delle nevi, i suoi
    versanti coperti di fiori, le sue acque stagnanti.

  • Le nuove verità si preparano nelle catacombe dell’oppressione.

NON SPERARE NULLA DALL’UOMO SE LAVORA PER LA PROPRIA VITA E NON PER
LA PROPRIA ETERNITA’.

Ogni individuo è un miracolo.

Per l’operaio che incomincia a costruire il mondo, il mondo incomincia ogni
giorno.

Le condizioni della felicità sono la lotta, la costrizione e la resistenza.

Tu non hai niente da sperare se nulla dura più di te. Affinché un uomo sia
felice occorre anzitutto che sia un uomo.

Solo lo Spirito, se soffia sull’argilla, può creare l’UOMO.

Responsabilità e amicizia

Tutte le strade portano verso gli uomini.

  • Che cosa ci occorre per nascere alla vita? Darci. Abbiamo sentito
    confusamente che l’uomo non può comunicare con l’uomo se non attraverso una
    stessa immagine

De Saint-Exupéry, Antoine – Cittadella

mercoledì 3 novembre 2004

Autore:

Zappa, Gianluca

Fonte:

CulturaCattolica.it ©

Antoine de Saint-Exupéry

Cittadella

Borla

“Signore, quando un giorno riporrai nel granaio la tua Creazione, spalancaci le porte e facci penetrare là ove non sarà più risposto perché non ci sarà più alcuna risposta da dare, ma soltanto beatitudine, chiave di volta degli interrogativi e volto che appaga.”

Un libro bellissimo e misterioso. Un abbozzo di romanzo, contenuto nella famosa valigetta che Antoine de Saint Exupéry – autore dell’indimenticabile Piccolo Principe – portava sempre con sé e dalla quale si separò solo una volta: prima di partire per il suo ultimo volo di guerra, dal quale non sarebbe più tornato. Lo si può leggere mille volte e trovarvi sempre qualcosa di nuovo, di inaspettato, di vero. C’è il cammino nel deserto, come metafora della vita; c’è la cittadella, metafora dell’uomo; c’è il padre, metafora di Dio; c’è la sentinella, metafora del profeta; c’è il palazzo del padre e il tempio, metafore della Chiesa. E ancora: l’amore, l’amicizia (lo splendido racconto dei due giardinieri, che chiude il libro), il lavoro e la fatica, il dolore e la morte, la preghiera, il silenzio di Dio, gli uomini d’oggi (materialisti e consumisti, divenuti “bestiame da ingrasso”). Si potrebbero compilare pagine e pagine solo a trascrivere citazioni significative. Con la Bibbia e la Divina Commedia, uno dei pochi libri che porteremmo su un’isola deserta.

https://www.culturacattolica.it/attualit%C3%A0/recensioni-libri/scaffali/de-saint-exup%C3%A9ry-antoine-cittadella

Le nostre coordinate sono ( + )infinito in bontà è (-) infinito in cattiveria "matematicamente" parlando, perché il tempo della vita dell'anima è l'eternità. Nel cuore di Dio, nel pensiero di Dio, ciascuno di noi ha il suo posto dall'eternità. Non è vero che noi non possiamo individuare l'infinità di forme di vita, di meccanismi invisibili che stanno alla base dell'Universo: la nostra intelligenza, che è una scintilla intuisce, collega, allontana oppure cataloga come un grande motore di ricerca da sempre il bene da una parte, il male dall'altra, il falso ed il vero e man mano che si va avanti CONCLUDE, SENTE, HA LA CERTEZZA INTERNA che non è pura coincidenza che tutto lega tutto in una sinfonia celeste meravigliosa. Il "caso" è fortuito

https://www.linkedin.com/in/giulioxhaet/ autore DA GRANDE

Un concetto che non tramonterà mai. In chiave cristiana prendo a volo tre paragoni, il ritorno del figliuol prodigo, il perdono di Pietro che aveva rinnegato Gesù, il perdono della donna adultera. Una sola mistica ebbe la “notizia” - cosa scriveva Gesù sulla sabbia, la francese Martha Robin. Gesù scriveva i peccati più nascosti, “i scheletri nell’armadio” di ciascuno degli accusatori che man mano che hanno letto, se ne sono andati. Gesù cancellava, non ama divulgare, anzi è tremendo con chi spettegola. Il figlio che ha sempre rispettato le regole, non aveva idea cosa vuol dire tornare sui propri passi, chiedere perdono e riconoscere di aver sbagliato. Si presume che la bontà del Padre sia ingiusta, Dio però festeggia più il ritorno del peccatore che il senza macchia. Solo chi ha sbagliato ed è stato perdonato – apprezza e comprende la debolezza umana, ma non sempre. Infatti colui che fu perdonato per una somma grande si accanì contro chi gli doveva molto poco, il padrone fu informato della sua mancanza di pietà e sbattuto in carcere. La Bibbia è anche l’enciclopedia della convivenza tra popoli, l’ipocrisia – i farisei dell’era moderna. Una cosa è sicura, non c’è perdono senza pentimento sincero.
In chiave letteraria, Il Piccolo Principe di Antoine de Saint- Exupéry e Cittadella – sono un compendio “Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano”. 
Cosa può creare di “bello” un fallimento? Di sano? SE il tuo fallimento aziendale arriva grazie alla concorrenza sleale, alla corruzione di un sistema – ai colpi bassi insomma, non è un tuo fallimento, ma di una intera società. Bisogna cambiare il costume, sarà un cammino generazionale, iniziative di gruppo … SE hai fallito perché hai giocato il patrimonio al casinò, sì – sarai una piaga per la tua famiglia. Essere traditi negli affari è un classico; ci si sente traditi anche quando devi pagare tasse per servizi di cui non godi, quando non sei pagato per tuoi servizi di ora, ma già tassato per quello che non si sa se riceverai alla fine – oggi si diventa falliti con un “semplice divorzio lampo". Qui la storia si allarga in mille sfumature. Nella vita dei santi - il fallimento era il seme di Dio, sembrava morto in un cuore arido eppure spuntava in gesti d'amore - di pietà, di carità, vedendo le lacrime sul volto rigato della madre. La madre, la moglie, un figlio - cambiano le coordinate del fallimento umano, si trova la forza di lottare - di riscattare socialmente la cosa persa, l'affetto, il rispetto della società, della vita. Non siamo invincibili - ma forti nella fragilità, grazie all'onestà. Le statistiche? Lasciamo perdere.








Finché l'amicizia è una moneta - un tornaconto, non è amicizia: tu fai un favore a me, io a te. L'amicizia va oltre, oltre i muri del posto di lavoro, sorvola anni e anni - sarà il tradimento a cancellarla. C'è anche il perdono del vero amico, colui che comprende la debolezza umana, che sì, c'è chi tradisce per i mitici 30 denari, anche l'amico degli amici. Ricordiamoci che fine ha fatto, oggigiorno tra depressione, delusione, mancanza di ogni ideale, svuotamento dei valori che hanno animato intere generazioni. Non è importante essere il primo "ad ogni costo" -né "il migliore in assoluto" sulla piazza - tra gli esseri umani - a volte basta e avanza fare "la tua parte" no voltafaccia - no voltagabbana. Solo così l'amicizia a lavoro e oltre sarà viva, sana e risanatrice.
















Quanto GRANDE può diventare uno già GRANDE? Più di 360° - Sì, l'essere umano è pluridimensionale, cresce in profondità, in saggezza del cuore, diventa sempre più umano, sarebbe a dire, sempre più comprensivo nel confronto degli altri, scusare le loro mancanze - più misericordioso con la miseria umana, con le piccinerie di ogni genere. Riscoprire se stessi in veste di . . . Il tempo è un capitale inestimabile, da non sottovalutare mai, poiché - ed è un pensiero rivolto ai creatori, ideatori di ogni genere - scrittori ... fatte oggi quello che nessuno al vostro posto potrà fare domani. Non per altro, ma perché nessuno al mondo potrà garantirvi che domani sarete ancora in vita, un ICTUS non chiede mai il permesso. Se lavorate a qualcosa di SERIO, IMPORTANTE - OGGI, ADESSO E' il vostro tempo: domani chi lo sa? Se lavorate ad un farmaco, invenzione - qualsiasi età avrai, fallo oggi, adesso. La salute è un calcolo delle probabilità che non garantisce l'immortalità a nessuno. Solo per questo, altrimenti ciascuno faccia come vuole.
































Una parola santa - VOCAZIONE Chi è in grado OGGI di "certificare" la vocazione di un giovane, che magari potrebbe scegliere tra una decina di strade, carriere - UNA SOLA GLI E' DESTINATA come VOCAZIONE?!?? Quanto sono stati sconsigliati di seguire la loro chiamata, sviati verso la carriera "redditizia" di avvocato piuttosto che stare dalla parte dei malpagati. C'è da individuare nella società una marea di persone che non sono collocate al posto giusto, e qui subentra il paio di maniche che fanno saltare la fila, bypass esami, posti . . . Alla fine ci si riempia di specializzazioni, diplomi e lauree senza poter guadagnarsi IL PANE QUOTIDIANO. E Dio volesse che alcuni si fermassero per tempo, per non vendersi l'anima per una poltrona, che prima o poi sarà ceduta AL MIGLIOR OFFERENTE. Le società malate - hanno come base questo meccanismo malato: zero meritocrazia e 100% corruzione, parenti amici conoscenti PAC. Questa tipologia di "patologia" è letta solo dal basso in alto, una triste lettura della struttura piramidale che cadrà solo ed esclusivamente con una scossa della base. Infatti è verissimo quando si dice che ogni male prospera perché tollerato dalla moltitudine e non casualmente. Vocazione è sinonimo di predestinazione
In chiave cristiana, 30 anni fa leggevo in un libro su Medjugorje che la Madonna avrebbe chiesto ad alcuni bambini di offrire un sacrificio, secondo la magnanimità del loro cuore, aveva chiesto anche ai scolari di cambiare il posto di banco - con chi era "non sopportavano". Il risultato fu piacevolissimo, hanno scoperto che - gli esclusi avevano molto più cose in comune con loro di quelli che erano sempre "il loro gruppo". Era un sacrificio non da poco accettare chi non di andava giù PRIMA. Bambini hanno una percezione del mondo - in base alla contaminazione - solo coloro con una forte personalità sono in grado di ribellarsi, uscire dal gregge e giudicare da soli, il pro e contro, non "ereditare" gli stessi pregiudizi dei genitori, amichetti ... basta ascoltare il loro giudizio PERSONALE. Hanno molto da dire ai GRANDI.

Trovo molto utili i consigli di vita, dei lavori di Giulio Xhaët, molto utili per tutti, grandi e piccoli, dipendenti e il loro Capo

 

Trovo molto utili i consigli di vita, dei lavori di Giulio Xhaët, molto utili per tutti.
#Contaminati

Giulio Xhaet tra sogni diventati realtà, premio e le sue creazioni, libri, musica

 

PAROLA AL LAVORATORE

 

 

 

 

 

https://www.collettiva.it/copertine/lavoro/2022/11/24/news/amazon-dentro-il-magazzino-2518459/

https://www.collettiva.it/copertine/lavoro/2021/04/15/news/paul_krugman_amazon_e_la_prova_che_il_sindacato_e_tutt_altro_che_obsoleto-1017709/

https://uniglobalunion.org/workers-rights/

 

 

20enni ed il talento, certo che hanno “fame” di provare nuove opportunità, una certa bulimia del voler “assaggiare” tutto e subito, poi diventano indigesti. C’è una crescita graduale, come la “digestione del cibo ingerito”, si trasforma piano piano. Non si diventa bravi, esperti in qualcosa con un colpo di fortuna, un giro di dadi doppio 6. Nessun team di lavoro unito nasce prefabbricato, sarà la volontà di ciascuno a partecipare anima e cuore. Il benessere mentale è una conseguenza del team unito e se c’è fiducia e lealtà, si cresce e si crea con piacere. Ma se l’invidia, la gelosia che uno appena arrivato può “rubare la scena” a qualcun altro, addio benessere mentale. Ai nuovi arrivati: “questa non va fatta così, questa non deve stare qui” anche se si trattava di migliorie. Ecco, ci sono troppi esperti nel criticare, scoraggiare che educare, edificare, incoraggiare le nuove generazioni, motivare. Peserà più del denaro, come saranno accolti, come in una grande famiglia, oppure come in un grande magazzino, posati in un angolo? A me hanno fatto la vita un inferno, ho dovuto lottare, almeno primi due anni. Dopo, sono diventata il loro capo, insegnando ai più anziani il rispetto della vita privata di ciascuno e la comprensione.

 

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