Farsi uomo è tutto un programma: nostro mal di vivere. Il malato e la sua malattia –
Quando ci si impunta alla sola guarigione fisica si rischia spesso a lasciar “morire” l’anima e se qualcuno vuole negare questo male che sta dentro di noi e non può essere estirpato, né anestetizzato, nega l’evidenza.
Tutti cercano l’equilibrio: mente, corpo, anima. Si parla spesso solo della salute mentale, ignorando completamente la terza “coordinata”, dimensione dell’essere umano: la spiritualità. Infatti, David Maria Turoldo, partiva proprio da questa dimensione e tutto l’essere umano si presentava nella sua completezza.
Dimmi in cosa credi e ti dirò chi sei.
Qual è il motivo per cui volentieri accetti di alzarti al mattino, lavorare, lottare, progettare, ideare scenari di cambiamento per te, per la tua famiglia … Quel <<perché>> che ripaga ogni tuo sforzo.
Un atleta si allena per anni per un concorso a volte di secondi, che, può cambiare la sua vita, la classifica mondiale, un nuovo record, un nuovo limite superato per l’umanità. Saranno in pochi a seguire questa strada – a livello globale.
Spesso sentiamo tutta una serie di pubblicità sui nuovi standard del benessere – ben – essere però del cittadino comune che non ha risultati da raggiungere singolarmente, non è segno di star bene se solo 20% può fare una certa cosa, perché costosa, tutto il resto nemmeno sognarlo. Ci saranno sempre intere popolazioni che non si potranno mai incontrare perché non frequentano gli stessi ambienti, zone della città.
Il ben-essere collettivo, generale è l’unica cosa di cui vale la pena veramente occuparsi e preoccuparsi, perché dietro la moltitudine a volta regna l’ignoranza, il sapersi ridotto ad un numero che fa parte delle statistiche. Non è vero, non deve né essere, né diventare così.
Un problema fondamentale è, universalmente parlando, il disaggio abitativo e qui non è <<colpa>> di chi non è capace di arrangiarsi, ma un reale piano di costruzioni per una certa fascia di cittadini, sempre più poveri, ossia impoveriti da tutta una serie di <<disgrazie collettive>>.
Chi non parte nella sua politica di risanamento sociale, dalla cella – nucleo che custodisce, il guscio che fa riposare l’uomo, cioè, la casa, fa ben poco. Non è una politica speculativa, è una politica sociale che va riadattata, aggiornata.
Quando si tratta di politiche di sostegno a livello familiare e non si ha una casa, si parte dal segno meno zero (- 0). Non possono stare a pari i senzatetto con chi ha già una casa.
Non vengono lasciate in strada le persone che non hanno PIU’ soldi per pagare un mutuo, figuriamoci che <<inciampa>> nei ultimi 100 metri, aver saldato 90% e perso tutto per 10%? Questa categoria dovrebbe avere un regime speciale. Forse è arrivata l’ora di riprendere lo Stato: la forza di lavoro, la distribuzione della manodopera, che è comunque colui che assiste tutti.
Forse è arrivata l’ora di riprendere in mano la sorte dei lavoratori, senza caricare di costi, il lavoro, il datore di lavoro. L’infinità di corsi professionali che non generano concretamente posti di lavoro, che non portano il pane sul tavolo, possono diventare col tempo, un affare in se, fine a se stesso. Non si possono riqualificare, inutilmente un numero di persone, che finiranno con ulteriori costi- solo ed esclusivamente <<disoccupati>>, più e più volte- qualificati per lavori che non esistono. I sondaggi esaltano il numero di coloro che <<trovano>> un posto di lavoro, solo grazie alle raccomandazioni e conoscenze. Questo resta il tunnel da cui non si uscirà mai, perché in questo modo, non arriverà mai <<l’uomo giusto al posto giusto>>. Se il meccanismo del ritrovamento di un posto di lavoro, resta la raccomandazione, altro che parentopoli.
Ci si qualifica nel campo del commercio nell’arte della persuasione, mentre nella vita reale sappiamo tutti che nessuno si lascerà ingannare più di una volta.
Ci vorrà del tempo finché una società potrà riprendere in mano le redini della sua forza reale lavorativa, saper redistribuire le persone giuste nei posti giusti, prendersi anche delle responsabilità e assumersi le conseguenze per chi infinite volte porta alla deriva, proprio perché mai allontanato dal equipaggio.
Ma ci si augura che ciascuno sia responsabile del suo operato, l’immunità di chi rovina le vite non dovrebbe esistere. Lavarsi perennemente le mani come Pilato, crea solo lacrime.
Nessun coltivatore continua a seguire gli stessi trattamenti alle piante se vede che più di una volta, il risultato è un disastro. E’ un lusso che nessuno può permetterselo, figuriamoci se questo capita a livello di azienda dove ci saranno oltre ogni lavoratore una famiglia da mantenere e tutta una serie di pagamenti mensili da fare.
Dove l’edilizia inizia, iniziano tutta una serie di terzi lavori – cioè, tante altre famiglie che avranno pane.
Una nazione, non può puntare solo sulla malattia, ma bisogna curare il malato, altrimenti. <<operazione, riuscita, paziente morto>>.
Se c’è la crisi di benzina, non è meglio riprendere in mano il trasporto pubblico? Risanare il trasporto ferroviario con treni non per forza ad alta velocità, ma in orari consoni, utili alle comunità? Si è ammodernato in campagna la strada, facendo scomparire tutto il marciapiede tra le località, non esiste più un lembo di terra su cui camminare a passo d’uomo, tutto esclusivamente con la macchina, dimenticando che esistono tante persone che non hanno una macchina.
In verità per una certa fascia d’età, non si parla che di internarsi nelle RSA oppure Casa di Riposo, ma non tutti vogliono una simile vita, ed ecco un altro mondo da ricostruire, ridare anche alla terza età, la sua dignità. Nelle campagne, nelle città, le persone anziane hanno bisogno non solo di assistenza medica, ma anche di un loro mondo, un loro angolo di svago. Va dimenticato spesso che una persona in pensione, non è altro che un mucchio di esperienza fatta persona, che possono insegnare ai giovani arte e mestieri a titolo di eredità e creare una consapevolezza che manca.
Arrivare ad una certa età, non è che il processo più naturale: <<tocca>> a tutti e spesso non ci si rende conto quando si è arrivati. Un processo misterioso, vecchio dall’alba dei tempi segue un programma che non è da riprogrammare.
Pensavo a tutti coloro che pagano profumatamente per <<sembrare>> più giovani, sembrare non vuol dire essere. Ammettiamo che nel futuro prossimo questa operazione avrà risultati ancora più strepitosi, una bambola di aspetto adolescenziali con l’età biologica di 70 anni, cambiando anche dei pezzi, eppure l’intera impalcatura non avrà che 70 anni. Una casa costruita 70 anni fa, restaurata nel anno – non cambia la data della costruzione. Non illudiamoci, come coloro che taroccando il chilometraggio da 100.000 lo portano a 10.000 – ad un certo punto, morirà di morte naturale. Meglio morire di morte naturale che per colpa del guasto di qualche pezzo di cambio a sua volta taroccato.
Adesso da cristiani, forse il Signore non è alla conoscenza anche di questa nostra trovata? La chirurgia estetica pura, quella che ridà la dignità, tutta da comprendere, ma spesso allo sguardo dell’altro, quei difetti non vengono nemmeno considerati. C’è ben altro che mantiene salda una coppia: la lealtà, la fiducia incondizionata, l’amore. Il mito dell’eterna giovinezza esiste, ma è riferito all’anima, non al corpo. Sì, dentro restiamo sempre giovani, quando lo sguardo è di una persona con l’anima pulita è lo sguardo di quasi un bambini/ una bambina, come la gioia di chi riceve una bella notizia dopo anni di lutto, una guarigione dopo anni di sofferenza.
Ogni età ha la sua dignità, va vissuta con rispetto perché irripetibile. Purtroppo non esiste la reincarnazione, non esiste una seconda volta, è l’unica ed è per questo che vale la pena di essere vissuta con consapevolezza. Non esiste la reincarnazione, poiché sarebbe a dire che Dio crea cose di cui non ha più bisogno, sarebbero più corpi che anime, mai pensare che l’anima del essere umano andrebbe in qualche animale. La dignità del uomo è troppo grande, non lasciamoci ingannare dall’esistenza del ripescaggio.
Per il malato dell’anima, da troppo tempo non ci si preoccupa più, questa è farina dal sacco di Dio, i sacerdoti dovrebbero occuparsi dalla malattia dell’anima, saper individuare per bene le cause, amministrare i sacramenti … Difficile riconoscere che si è gravemente malati, specialmente da chi vive in menzogna da anni, da chi inganna e trama sempre inganni in commerci illeciti di ogni tipo. La sete del guadagno ad ogni costo, in ogni modo, ha rovinato sempre: il denaro è un tiranno, riduce in schiavitù.
La sete di potere, l’orgoglio, il saper che la vita/ la morte di altri dipende dal tuo volere … Quanto inganno, illudersi che non esiste Dio che è Giusto Giudice, chiederà a ciascuno, conforme al posto occupato la responsabilità sul suo operato. Chi è più in alto, più responsabilità ha, più la penna sarà aumentata, solo lì si comprenderà che i posti alti sono più da rifiutare che da ambire, poiché davanti a Dio, comportano altrettanta responsabilità e risarcimento del danno causato al prossimo. Non ci sarà alcuna fretta per il pagamento, si avrà tutta l’eternità, senza sconti e favori. E’ tutto al contrario di come vanno raggirate le cose tra coloro che pensano di avere il mondo in tasca.
Ogni giorno può essere l’ultimo, decisamente sarà quando meno ci si aspetta. Non è fatalismo, semplicemente realismo, una sentenza a termine di scadenza pende sopra la testa di ciascuno, alcuni santi erano in grado di leggere anche questo, per decreto di carità divina, esclusivamente per rinsaldare i debiti meglio in questa vita che lasciarsi alla pietà dei parenti, oppure finire per essere dimenticati da tutti. Come in un carcere da dove non avendo più in vita né parenti, né amici, solo la pietà divina potrà mediare nel tuo favore. E come in un carcere, a volte si ricevono dei regali perché qualche anima pia, paga una messa per un parente che magari non ha più bisogno perché liberato, il pacco regalo, arriva a chi non ha ricevuto mai in quel anno, a volte si trasforma in una liberazione vera e propria: la Madonna è la Mediatrice, la Consolatrice delle Anime del Purgatorio. Anche lì va usata giustizia in gradi e modi consoni a ciascuno. Tutto nel mondo del creato segue l’ordine, la giustizia e poi c’è la pace. Non esiste la pace senza l’ordine e giustizia in ogni campo. Noi vogliamo raccogliere la pace, come frutto, senza aver creato un ordine sociale e seguito con giustizia sociale la convivenza tra persone, tra nazioni. Possiamo illuderci che attraverso la sicurezza, si spegnerà l’odio, il risentimento, la prevaricazione?
No, ci vuole un risanamento globale, una visione globale sul pianeta che ci sta ospitando, non perché essere <<ospitati>> sarebbe l’opposto del partire su altre pianeti, ma perché in verità, siamo ospiti, perché solo di passaggio: si nasce e si muore, si arriva e si parte, con le mani vuote. Purtroppo, si lascia terra bruciata, maledizioni e distruzione nei casi dei dittatori, benedizioni e ben-essere, nei posti dove la terra non fu maltrattata, le persone, le popolazioni – familiari. Tutto qui, la memoria che si lascia è un buon nome, oppure maledizione. Il piano del povero, il lamento del operaio derubato sono lamenti che arrivano al Trono di Dio e chiedono giustizia. A volte questa giustizia dura generazioni, non esistono insabbiamenti per questo tipo di debito, con la giustizia divina.
La malattia, non è più importante del malato. La giusta attenzione e cura, anche se non hanno l’effetto aspettato, secondo i nostri piani, può darsi che soddisfa pienamente il disegno di Dio. A volte sotto una malattia si cela un disegno misterioso dove una famiglia dove ciascuno viveva per conto proprio, ci si ritrova famiglia, riunita attorno al malato per rafforzarlo e rafforzarsi. Penso che ciascuno può analizzare con calma cosa effettivamente ha portato quel male, nella sua vita/famiglia, quel colpo duro, risveglio, sbandamento, smarrimento … Pensate a chi ha perso tutto in un incendio, terremoto, alluvione … Quali sarebbero le “assicurazioni” saltate per aria di colpo?
A livello nazionale, vale tutto quello che sopra sta scritto, a livello internazionale, ci vuole lo scambio equo non solo di prevalere il più furbo sul meno furbo, il più potente sul inerme. Come in una famiglia dove uno dei fratelli è diventato troppo ricco e uno ha dei figli che muoiono ancora di fame. Si saranno inventate un milione di cose, oggetti, strutture, infrastrutture, burocrazia e sistemi di valutazione per avere oppure non accesso ad aiuti reali, concreti e a lungo termine: ma sarebbe ingannare se stessi se non si è pienamente consapevoli che l’immigrazione perché non si dispone del minimo necessario per la dignità di ogni famiglia è un impegno da considerarsi globale.
Non si può insegnare che si hanno diritti umani elementari, mentre fa parte della stessa medaglia il sapere che non vengono rispettati. Il problema non è nemmeno insegnare che si hanno questi diritti, quanto poter creare ponti tra paesi ricchi e poveri che studiare, inventarsi programmi , collaborare, aiutare, conoscere e costruire nuovi programmi da risorti.
Non sfioro nemmeno parola guerra, armi … Sono parole che avrebbero dovuto scomparire dai dizionari, dopo tanto male causato, eppure sappiamo bene tutti , mai abbastanza di chi vive in prima persona sotto il tiro. Ci si stupisce come sia stato possibile arrivare a tanto, eppure … è l’industria della morte che rende. Da brividi pensare che qualcuno possa sentirsi orgoglioso di simili commerci, come droga e tutta la matassa del degrado, anche il male ha il suo opposto: il bene. A ciascuno la scelta: il libero arbitrio, non è governabile.
Perché non ideare anche per la vita qualcosa e non solo per la morte e la distruzione?
La gara tra ricchi e poveri, tra paesi ricchi e poveri è simile tra chi dorme si nutre e allena in un albergo a cinque stelle e chi si presenta stanco, senza aver mangiato, dormito e scalzo a 40° per correre DA PARI. Questa è una evidenza che ci accompagna da secoli, a ciascuna generazione il suo compito di aver/non aver fatto nulla per questa disparità, l’eredità alla vista di tutti. Quanti sbagli nella storia, quanto odio e morti, quale la lezione? Come a scuola si cade sempre, nello stesso punto: la mancanza di carità verso l’inerme, prepotenza dei più forti e l’appropriarsi della terra e risorse altrui, basta volerlo, ed è tuo. C’è una differenza NON INDIFFERENTE: una volta, si comandava sì, ma in prima persona e in prima linea, per dimostrare il coraggio. Se ferito si decideva se andare oltre, oppure ritirarsi, tutti d’accordo. Oggi?
Quaderni di Maria Valtorta – dettati da Gesù