Ecco il Messia
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Gesù, l’inclassificabile

Gesù, l’inclassificabile. L’Uomo che rompe tutti gli schemi di tutti i tempi. Antonino Zichichi, Papa Giovanni Paolo II, il Manifesto di Erice, perché la Scienza e la Fede sono sorelle

Ho abbracciato due libri, due alleate, la Scienza e la Fede, oggigiorno più che mai unite dal pericolo, già ipotizzato nel 1982, una terza guerra mondiale – nucleare, nel Manifesto di Erice, agosto. Tra 1982-1985, il manifesto fu firmato da diecimila scienziati di tutto il mondo.

Anche tra i cristiani attuali – per non dire di quelli della storia passata –  c’è una varietà di “immagini” o modi di rappresentarsi la figura di Gesù:

GAMMA DI IMMAGINI

  • Per alcuni è rimasto semplicemente un ricordo zuccheroso dei catechismi dell’infanzia: il Gesù amico e compagno, il Gesù che opera guarigioni dei vangeli, il Bambino del presepio e dei canti natalizi, il Gesù dolorante della Passione, il sacro Cuore della devozione popolare … ;
  • Per altri è una certezza che viene dallo studio delle fonti storiche e della tradizione: è il Gesù della storia, il Gesù dei concili cristologici e del dogma, il Gesù analizzato dai teologi. Un Gesù piuttosto distaccato e freddo, che ha poco o nulla a che fare con la vita di tutti i giorni;
  • Per altri ancora è il liberatore da ogni oppressione che viene a portare la rivoluzione nelle strutture del potere politico ed economico. E’ l’immagine tipica di molti cristiani e comunità militanti dell’America Latina, per esempio, dove povertà ed oppressione spingono la gente a cercare una liberazione, a volte attraverso la violenza, imitando così il Gesù “ violento” che scaccia i mercanti dal Tempio o che si oppone all’ipocrisia dei farisei o all’egoismo dei benestanti,
  • E ancora, per altri cristiani, Gesù rimane un personaggio ambiguo, sfocato, dall’identità problematica in quel  suo essere a un tempo <<vero Dio e vero uomo>>, tanto che queste due appartenenze possono apparire inconciliabili, l’una esclusiva dell’altra: se è vero Dio – dicono – non poteva fare la fine che ha fatto in croce; se è vero uomo in tutto come noi, allora la sua risurrezione è una invenzione dei suoi discepoli …

Al di là del “Gesù che mi piace”

                C’è del buono e del vero nei diversi atteggiamenti sopra elencati, ma non mancano dei forti limiti. Ogni posizione è unilaterale perché riconosce qualche aspetto giusto  di Gesù ma ne ignora altri. La persona di Gesù è talmente ricca di valori che nessuno, si direbbe, può appropriarsela interamente. E chi crede di essere arrivato alla verità, spesso non ha fatto altro che crearsi il “suo” Cristo, riflesso delle proprie aspirazioni e dei propri bisogni.

                Ci sono riformatori sociali che, fanno di lui un predicatore della rivoluzione; essi dimenticano, però, che Gesù ha fatto la sua rivoluzione non-violenta senza esercitare alcuna forma di costrizione nei confronti dei suoi seguaci. Certi cristiani di mentalità piuttosto borghese vedono in Gesù l’annunciatore della vera fede; essi però trascurano il fatto che questa fede contiene anche implicazione di giustizia sociale e di impegno nella società.

                Altri cristiani, di mentalità autoritaria, vedono in Gesù soprattutto un garante della stabilità dell’ordine costituito; non si rendono conto che in questo modo attribuiscono all’incendiario Gesù (cfr. Lc 12, 8) un ruolo di pompiere. Certi tradizionalisti, poi, richiamandosi al fatto che Gesù ha fondato la chiesa, dimenticano che tale chiesa, nonostante la sua origine, è insieme <<santa e peccatrice>> e quindi bisognosa sempre di riforma.

D’altra parte, non pochi giovani in magliette sportive con la scritta “Jesus loves you”, si sono messi in testa che Gesù ne aveva abbastanza della società del suo tempo; costoro, però, dimenticano che egli non ha voltato semplicemente le spalle a tale società, bensì ha messo il dito pazientemente sulle sue piaghe che erano effettivamente molte.

GESU’, L’INCLASSIFICABILE

                Sono alcune delle concezioni unilaterali (e l’elenco potrebbe continuare), entro cui si pretende rinchiudere la persona di Gesù e la causa per cui lottò. Aveva proprio ragione quel grande studioso del Gesù storico, Albert Schweitzer, che andò a concludere la sua vita a Lambarané nel cuore dell’Africa per curare i lebbrosi: <<Gesù non si lascia rinchiudere in nessuna categoria: non ha trovato posto né tra gli uomini del potere né tra i ribelli, non somiglia né a chi predica la morale né alla gente tranquilla. Si è rivelato un provocatore verso destra e verso sinistra. Ma un provocatore che non aveva alle spalle nessun partito, eppure era in atteggiamento di perenne sfida in ogni direzione. Un uomo, in definitiva, che rompe tutti gli schemi>>.

La croce di Albert Schweitzer in Africa

Poi quel Gesù, oggetto di studio, ragione di vita, termine di confronto

In Gesù molti uomini possono scoprire in vero volto di Dio: non di un dio impersonale, legislatore, giudice, architetto o orologiaio (come, ad esempio, lo concepirà il filosofo francese Voltaire), ma di un Dio che è entrato nella storia dell’uomo fino a farsi uomo lui stesso. <<Dio nessuno l’ha mai visto; ma il figlio unigenito che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato>> (Gv 1, 18).

Un interesse ecumenico: si tratta di una attenzione verso Gesù che da alcuni anni va incrementandosi ad almeno due livelli:

  • Anzitutto all’interno delle confessioni cristiane (cattolici, evangelici, ortodossi), si sente il bisogno di ristudiare Gesù, i vangeli, la tradizione per superare i motivi di conflitto tra le diverse “versioni” che ogni confessione dà del Cristo, e riscoprire così la comune origine e lo stesso messaggio al di là delle incrostazioni storiche successive;
  • In secondo luogo anche gli altri monoteismi (ebraismo, islamismo) e le religioni non cristiane in genere esprimono crescente interesse e stima per Gesù Cristo: il suo messaggio ed i valori da lui promossi (in particolare il rispetto per ogni forma di vita e l’impegno per giusti rapporti tra tutti i viventi) diventano il terreno di dialogo e di scambio fecondo tra cristiani e seguaci delle altre religioni mondiali.
  • “C’è un gesto, nella materia, nell’universo, nell’infinitamente grande e nell’infinitamente piccolo, che dà vita alla storia di tutto ciò che è, e che si dimostra dotato di un senso,  cioè di essere segnato in natura, in una natura – come vide Galileo – scritta in lingua matematica” (G. Barbiellini Amidei). 
  • Un fisico contemporaneo che a partire unicamente dai risultati della ricerca scientifica attuale(fisica, biologica, astronomica), arriva ad affermare testualmente: <<Il fatto che l’universo è creativo, e che le sue leggi hanno consentito la comparsa e lo sviluppo di strutture complesse fino al livello della coscienza – in altre parole, il fatto che l’universo ha organizzato la propria consapevolezza – è per me una prova considerevole che “vi è qualcosa” dietro a tutto ciò.  L’impressione dell’esistenza di un disegno globale è schiacciante. La scienza può spiegare tutti i processi per mezzo dei quali l’universo si costruisce il proprio destino, ma ciò lascia comunque aperta la possibilità che vi sia un significato oltre l’esistenza>>. Antonino Zichichi
  • Ilia Prigogine, scienziato e astronomo di origine russa, premio Nobel per la chimica 1977: <<Nella concezione classica di ieri, la sola sorte che attende il nostro Universo è la morte: morte termica per raffreddamento, o morte per implosione. Credo invece che le nuove idee di instabilità, di irreversibilità possano trasformare profondamente domani la nostra visione del mondo>>.
  • Dio creatore dell’universo – ieri: il mondo è uscito dalle mani di Dio. Oggi: il mondo sembra essere nelle mani dell’uomo.

Il primato della coscienza personale

C’è un grappolo di concetti morali di chiara origine biblica: colpa, peccato, conversione, responsabilità, libertà, intenzione, “cuore” dell’uomo … Sono tutti concetti che fanno capo alla persona singola, alla sua individualità. La persona viene prima delle strutture, delle istituzioni, dei sistemi politici, della classe sociale; viene prima anche dell’autorità, delle tradizioni, del “sabato” (che è fatto per l’uomo, e non viceversa, come ricorda Gesù stesso). Questo primato inviolabile della persona – a differenza per esempio di certe culture classiche (India) o collettiviste (Cina) o tribali (Celti e Germani) – ha inciso su tutta la storia sociale europea. Ne sono testimonianza le leggi civili, le costituzioni politiche, gli ordinamenti familiari, i costumi civili, le strutture economiche che da secoli – sull’impronta del valore centrale della persona, anche se spesso tradita – hanno “fatto” l’Europa.

L’idea di un Dio unico

Il monoteismo è una conquista religiosa, e culturale, che risale alla rivelazione di Abramo e si perfeziona nell’esperienza di Gesù di Nazaret. Abrame e il popolo eletto hanno dovuto lottare contro i politeismi dei popoli vicini, che avevano la tendenza a identificare il divino con la nazione, con la razza, con gli antenati, con i beni materiali. Credere in un solo Dio di tutti gli uomini aiuta a superare i nazionalismi e i classismi, perché fa di ogni uomo, di qualunque uomo, un soggetto chiamato a rispondere personalmente al Dio unico quale garante dell’unica storia umana. Questa idea è indubbiamente all’origine di quella solidarietà umana sviluppatasi in mille forme nei secoli e nei territori della cultura cristiana. L’attuale concezione universale del diritto e le relative battaglie in difesa dei diritti umani – oltre le frontiere nazionali, le razze, le religioni devono molto al fatto che Abramo ebbe la rivelazione dell’unico Jahvè e dal fatto che Gesù, da Figlio, chiamò Padre il Dio di tutti gli uomini.

Evangelizzatori dell’Europa – San Benedetto da Norcia e santi Cirillo e Metodio

L’idea di Verità

La tradizione religiosa giudeo-cristiana si è sempre fondata sulla certezza che esiste una verità, valida per tutti e sempre, che precede l’uomo e che l’uomo non può manipolare a suo piacere. Una verità che l’uomo non possiede, ma dalla quale è posseduto. E’ la Verità stessa di Dio: infatti solo Lui dà il vero senso delle cose. Per avvicinarsi a questa grande Verità, però, l’uomo ha bisogno di appropriarsi le mille piccole verità sulle cose che fanno la sua storia e il suo mondo. E’ la ricerca scientifica, sviluppata soprattutto attraverso le scienze dell’uomo. La fede nella Verità divina non nega, ma incrementa la ricerca umana del sapere. Fede e scienza risultano dunque complementari, non in concorrenza, né in reciproca estraneità. Il cristianesimo prende le distanze sia dal fatalismo (che rinuncia pigramente alla ragione) come dal razionalismo (che idolatra presuntuosamente la ragione). Questa “onestà intellettuale” è un’altra delle  preziose eredità culturali che il mondo occidentale ha ricevuto dalla tradizione ebraico-cristiana.

prima diffusione del cristianesimo tra 200 d.C. e 325 d.C.

Dal libro, “Religione, introduzione al cristianesimo” per il biennio di Flavio Pajer, Società Editrice Internazionale, Torino, 1998 maggio.





















Il XXV Anniversario dell’apostolato di Giovanni Paolo II, la comunità scientifica della WFS (World Federation of Scientists), ha dato vita al Progetto “Giovanni Paolo II” per Borse di Studio riservate esclusivamente a scienziati dei Paesi in via di sviluppo.

La realtà virtuale nasce con Dirac

Paul Adrien Dirac nel 1979.

L’equazione di Dirac ha aperto alla Scienza Galileiana gli orizzonti delle antiparticelle, dellìAntimateria, dell’annichilazione e della Fisica dei “fenomeni virtuali”. Le frontiere della Fisica moderna sono nello studio dei “fenomeni virtuali”. I contributi straordinari dati da Dirac alla Fisica Galileiana ne fanno una figura principe della Scienza del ventesimo secolo.

Sono proprio il pendolo e il piano inclinato che hanno portato Galilei a scoprire la prima e la seconda legge del moto. Queste leggi potevano anche non esistere. Galilei non sapeva quanto vera fosse quella sua ferma convinzione: <<Studiando gli oggetti volgari scoprirò le Leggi del Creato>>.

Poteva forse Galilei sapere che in un minuscolo pezzettino di pietra ci sono miliardi di protoni? E in quella minuscola quantità di massa e di spazio quali sono quelle di un singolo protone ci sono scritte le Leggi Fondamentali della Natura?

Giovanni Paolo II in visita al più grande Laboratorio di Fisica d’Europa e del mondo, firma il Libro d’onore del CERN, il Centro Europeo per le Ricerche di Fisica Subnucleare e Nucleare, dove, l’8 maggio 1962, è stato dato il sigillo definitivo all’Atto Costitutivo della Fondazione Ettore Majorana e Centro di Cultura Scientifica, l’Istituzione che avrebbe reso Erice famosa nel mondo. L’Atto è stato firmato

In un messaggio alla WFS Giovanni Paolo II dice: “L’uomo può perire per effetto della tecnica che egli stesso sviluppa, non della verità che egli scopre mediante ricerca scientifica”.  Dal libro <<Tra fede e scienza>> di Antonino Zichichi da J.S. Bell, P.M.S. Blackett, I.I.Rabbi, V.F. Weisskopf e Antonino Zichichi. La scienza non è sorgente di ateismo – il punto di maggiore rilievo è però che nessuno scienziato credente è mai diventato agnostico o ateo per via di una sua scoperta. Anche il più fanatico esponente dell’Ateismo deve concordare col fatto che la Scienza opera nell’Immanente e che la Fede, per esistere, ha bisogno della sfera trascendente. Affinché si possa parlare di Fede è necessario sentire l’esistenza di qualcosa che trascenda la realtà tangibile di cui siamo fatti e nella quale viviamo. Tra tutte le Religioni quella Cattolica è forse la più esaustiva. Sa rispondere al più gran numero di domande. E’ quella su cui si è riflettuto più intensamente e in profondità.

IL MANIFESTO DI ERICE – 1982

… nella Storia del mondo il fatto che l’uomo sia arrivato ad accumulare tanta potenza militare da poter distruggere, in poche ore, tutti i centri propulsori di vita civile nel mondo, e da daneggiare al tempo stesso alcune proprietà vitali del pianeta.

Il pericolo di un olocausto nucleare non è la conseguenza inevitabile del grande sviluppo che ha avuto la Scienza pura.

Infatti Scienza vuol dire studio delle Leggi Fondamentali della Natura.

La Tecnologia è invece lo studio di come la potenza dell’uomo può essere aumentata. La tecnologia può avere scopi di pace e di guerra. La scelta tra tecnologia di pace e tecnologia di guerra non è di natura scientifica, ma culturale. La cultura dell’amore produce utensili di pace. La cultura dell’odio produce strumenti di guerra. …

La Costituzione Europea

Ha cancellato le radici giudaico-cristiane

Del continente in cui è nata la Scienza.

E’ dalla Scienza che è venuta fuori la tecnologia di pace e il conseguente progresso

Economico e sociale che, nel ventunesimo secolo,

cambierà la vita di coloro che ancora soffrono per mancanza di cibo e d’energia.

Sono le scoperte della Scienza che hanno  permesso alla nostra specie vivente

Di raggiungere limiti mai prima toccati

Nel livello di qualità della vita, nonostante le disparità dovute

All’imperversare della violenza politica ed economica

Le cui radici sono nella negazione

Della sfera trascendentale della nostra esistenza.

La Scienza è figlia delle radici cristiane dell’Europa

In quanto essa è stata scoperta grazie a un atto di Fede

In Colui che ha fatto il mondo.

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