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DIMENSIONI dell’UOMO

Spunti da ogni tipologia di attività, tra artisti e semplici operai nella vigna del Signore, con l’intento della conquista della sua dignità ed immortalità nell’anima del mondo

La pace non la posso imporre. Fondo il mio nemico e il suo rancore se mi limito a sottometterlo. L’unica cosa grande è convertire e convertire significa accogliere, significa offrire a ciascuno, perché vi si senta nel suo agio, un abito su misura e lo stesso abito per tutti. Perché la contraddizione non è altro che mancanza d’ingegno.

Perciò ripeto la mia preghiera: “Signore, illuminatemi. Fatemi crescere in sapienza affinché li possa riconciliare non mediante l’abbandono, richiesto dagli uni e dagli altri, di qualche aspirazione del loro fervore. Ma attraverso un nuovo volto, identico per tutti. Come avviene per la nave, Signore! Quelli che senza capire tirano le funi di babordo lottano contro quelli che tirano a tribordo.   Essi si potrebbero odiare nell’ignoranza. Ma se sanno, collaborano insieme mettendosi al servizio del vento”.

               La pace è un albero lento a crescere. Dobbiamo, come il cedro, assorbire ancora molto pietrame per imprimergli una sua unità …

               Costruire la pace, significa costruire una stalla abbastanza grande affinché l’intero gregge vi si addormenti. Significa costruire un palazzo abbastanza vasto affinché tutti gli uomini vi si possano raggiungere senza abbandonare nulla dei loro bagagli. Non si tratta di amputarli per farli stare tutti dentro. Costruire la pace, significa ottenere in prestito da Dio la sua mantellina da pastore per poter accogliere gli uomini in tutta la vastità dei loro desideri. Così avviene per la madre che ami i figli. Uno è timido e affettuoso, l’altro pieno di vita, l’altro ancora forse è gobbo, gracile e patito. Però tutti, nella loro diversità, commuovono il suo cuore. E tutti, nella diversità del loro amore, sono al servizio della sua gloria.

               Ma la pace è un albero lento a crescere. Occorre più luce di quanto io abbia. Nulla è ancora evidente. Io scelgo e rifiuto. Sarebbe troppo facile fare la pace se gli uomini fossero tutti uguali. L’amicizia è innanzi tutto una tregua e una grande circolazione dello spirito al di sopra delle divisioni particolari. Non posso rimproverare nulla a chi troneggia alla mia mensa. Perché sappi che l’ospitalità, la cortesia e l’amicizia sono incontri dell’uomo nell’uomo. L’amico è innanzi tutto colui che non giudica. Come ti ho detto, l’amico è colui che apre la porta al viandante, alle sue stampelle, al suo bastone deposto in un canto e non gli chiede di danzare per giudicare la sua danza.     Antoine De Saint- ExupéryCitadella (il manoscritto, composto di 985 pagine dattiloscritte, racchiuso in quella famosa valigetta ch’egli portava sempre con sé e che affidò con le lacrime agli occhi al capitano Gavoille prima di partire per ultima missione di guerra – fu pubblicato quattro anni dopo la sua morte nel 1948. Di queste pagine non rilesse che qualcuna. Riteneva di aver molto da dire prima d’iniziare il lavoro di revisione … Non finirò mai, Sarà la mia opera postuma …  Borla Editore, 1965.                                                                                                                             

http://www.marcelloveneziani.com/articoli/lettera-a-un-ragazzo-del-duemila/

Dimensioni dell’uomo

http://www.marcelloveneziani.com/articoli/perche-borsellino-fu-davvero-un-eroe/

Se un uomo nella sua soffitta nutre un desiderio abbastanza forte, dal suo granaio appicca il fuoco al mondo.

Una civiltà si fonda su quello che gli uomini devono dare, non su quello che viene loro concesso.

Essere felici segnifica agire con fervore e accontentarsi di creare.

La verità non è ciò che si dimostra: è ciò che SEMPLIFICA IL MONDO.

  • Aveva superato molte difficoltà, soprattutto a motivo dell’età (43 anni), per farsi accettare come pilota nell’ultima guerra. Aveva già al suo attivo circa 6.000 ore di volo. Forse è stata questa lunga esperienza IN ALTO a segnare così decisamente la sua fisionomia di uomo e di scrittore. Basta scorrere le sue opere più note … spontaneità e coerenza a se stesso pur fra profonde antinomie dovute forse alla sua esuberanza e alla sua sincera volontà di verità autentica
  • Con passione, con una specie di doloroso e amoroso furore, con una insaziabile curiosità esistenziale, con sdegni improvvisi e fanciullesche letizie
  • <<Bisogna assolutamente parlare agli uomini>>.

Nella Lettera al Generale X (uno scritto che è come un testamento acuto e dolente) –  Antoine di Saint-Exupéry dice: <<C’è un solo problema, uno solo per il mondo: ridare agli uomini un significato spirituale, inquietudini spirituali … Non si può vivere di frigoriferi, di politica, di bilanci e di parole incrociate. Non si può più. Non si può più vivere senza poesia, senza calore né amore>>.

Non esiste la testimonianza, ma gli uomini che testimoniano.

Solo nel silenzio la verità di ciascuno si ricompone e mette le radici.

Le parole confondono l’uomo. Viene l’ora in cui le cose passate prendono il loro vero significato, quello di farti divenire.

Tormento del divenire

Vivere è nascere lentamente. Sarebbe troppo comodo valersi di anime belle e fatte.

Non ha importanza l’individuo con la sua povera corteccia e il suo bazar di idee, ma soprattutto conta l’anima più o meno vasta, coi suoi climi, le sue montagne, i suoi deserti di silenzio, lo sciogliersi delle nevi, i suoi versanti coperti di fiori, le sue acque stagnanti.

L’uomo non scorge del mondo se non quello che porta già dentro di sé.

NON SI VEDE BENE CHE COL CUORE. L’ESSENZIALE è invisibile agli occhi.

Io rispetto colui che attraverso le parole e anche se esse si contraddicono, rimane stabile come la prua di una nave, la quale, nonostante il mare in burrasca, punta inesorabilmente verso la sua stella.

Proprio quando si è costretti a percorrere una via, la libertà diviene più grande.

La verità, per l’uomo, è ciò che fa di lui UN UOMO.

La verità non è ciò che si dimostra: è ciò che SEMPLIFICA IL MONDO.

Le nuove verità si preparano nelle catacombe dell’oppressione.

NON SPERARE NULLA DALL’UOMO SE LAVORA PER LA PROPRIA VITA E NON PER LA PROPRIA ETERNITA’.

Ogni individuo è un miracolo.

Per l’operaio che incomincia a costruire il mondo, il mondo incomincia ogni giorno.

Le condizioni della felicità sono la lotta, la costrizione e la resistenza.

Tu non hai niente da sperare se nulla dura più di te. Affinché un uomo sia felice occorre anzitutto che sia un uomo.

Solo lo Spirito, se soffia sull’argilla, può creare l’UOMO.

Responsabilità e amicizia

Tutte le strade portano verso gli uomini.

Che cosa ci occorre per nascere alla vita? Darci. Abbiamo sentito confusamente che l’uomo non può comunicare con l’uomo se non attraverso una stessa immagine

L’uomo non è veramente uomo se non sa resistere. Altrimenti l’umanità diviene un formicaio ove Dio non è più presente, un’umanità senza lievito.

L’utile è ciò che ti resiste.

La terra ci fornisce, sul nostro conto, più insegnamenti di tutti i libri. Perché ci oppone resistenza. Misurandosi con l’ostacolo l’uomo scopre se stesso.

In un mondo divenuto deserto, avevamo sete di ritrovare dei compagni.

Io ti chiedo di vivere non di quello che ricevi, ma di quello che dai, poiché questo ti accresce.

Noi scopriamo, con sorpresa, che ci sono condizioni misteriose che ci fertilizzano. Legati agli altri da un fine comune che sta al di fuori di noi, soltanto allora respiriamo. Noi, figli dell’era della comodità proviamo un inspiegabile piacere a condividere i nostri ultimi viveri nel deserto. A quelli tra noi che hanno conosciuto la grande gioia dei soccorsi nel Sahara, ogni altro piacere è parso futile.

Non capite che il dono in sé, il rischio, la fedeltà fino alla morte, sono degli esercizi che hanno largamente contribuito a fondare la nobiltà dell’uomo? Quando cercate un modello da proporre agli altri, lo scoprite nel pilota che si sacrifica per la sua posta, nel medico che soccombe sul fronte delle epidemie … Qualcuno muore ogni anno. Anche se il loro sacrificio è in apparenza inutile, credete che non sia servito? Essi hanno coniato una bella immagine in quella pasta vergine che noi siamo in un primo tempo, hanno seminato persino la coscienza del bambino, cullato dai racconti nati dalle loro gesta. NULLA va perduto ed anche il monastero chiuso da mura EMANA UNA LUCE INTENSA.

Se qualcuno si comporta da vigliacco, il vigliacco sono io. Se qualcuno tradisce, sono io che tradisco me stesso.

Se un uomo nella sua soffitta nutre un desiderio abbastanza forte, dal suo granaio appicca il fuoco al mondo. Una civiltà si fonda su quello che gli uomini devono dare, non su quello che viene loro concesso. Essere felici segnifica agire con fervore e accontentarsi di creare.

Gli uomini … non dovete riempirli di concetti nuovi, ma di immagini che contengono delle strutture. Non dovete imbottirli di cognizioni inutili, ma forgiare loro uno stile affinché possano cogliere l’essenza delle cose. Non dovete giudicare le loro abitudini soltanto dall’apparente facilità che dimostrano in quella o in questa direzione.

Perché chi ha lottato di più contro se stesso va più lontano e riesce meglio. Dovete perciò tener conto innanzitutto dell’amore. Non dovete insistere sull’uso dei beni materiali, ma sulla creazione dell’uomo affinché egli pialli la sua tavola nella fedeltà e nell’onore, e così pialli meglio. Insegnerete il rispetto, poiché l’ironia è degna dello sciocco ed è dimenticanza di ogni contegno. Lotterete contro i legami dell’uomo con i beni materiali e fonderete l’uomo nel bambino insegnandogli innanzitutto lo scambio poiché senza lo scambio vi è soltanto l’aridità. Insegnerete la meditazione e la preghiera perché è nella meditazione e nella preghiera che l’anima diviene vasta. E insegnerete l’esercizio dell’amore, poiché chi lo potrebbe sostituire? L’amore di se stesso è il contrario dell’amore. Insegnerete il gusto della perfezione perché ogni opera è una marcia verso Dio e non può terminare che con la morte. Insegnerete la mirabile collaborazione di tutti attraverso tutti e attraverso CIASCUNO. Solo lo Spirito, se soffia sull’argilla, può creare l’UOMO.

Antoine de Saint-Exupéry scomparso nel suo ultimo volo il 31 luglio 1944 che veglia sulle nostre terre ferite nell’anima e nel corpo, sconsacrate dall’uomo sempre più assetato di dominio – pover’ uom

Dal << Slognas dell’anima>> a cura di Damiano Bianco, Edizioni Paoline

“L’unica persona che sei destinato a diventare è la persona che DECIDI di essere”.

Signore, da cristiani ti preghiamo rinnova anche nel Monferrato lo spirito cristiano

<<Signore, da cristiani ti preghiamo rinnova anche nel Monferrato lo spirito cristiano

I lavoratori che Tu hai mandato in veste di Cirenei e Veroniche, in questa valle di lacrime, per tutti tuoi malati fedeli, sono in veste di lutto,

I loro persecutori, camminano a testa alta, “hanno le spalle coperte” e ci ridono in faccia,

hanno trasformato il lavoro di aiuto e carità in cosa che punisce privando …

Si illudono che TU non ci sei, TU NON SEI ALLA CONOSCENZA DEL LORO OPERATO.

Non hanno voluto sapere della giustizia, dell’onestà e dignità dei Tuoi servi, quasi in ribrezzo è la verità.

Cosa possiamo fare Signore se noi rispettiamo l’impegno e loro no?

Cosa possiamo fare se noi abbiamo creduto nella loro parola mendace, nelle loro sedi protette?

Abbiamo chiesto giustizia e abbiamo ricevuto una via crucis del raggiro, un ingarbuglio di sistemi e modi che non hanno né testa, né coda.  Le cose da questa parte vanno fatte così.

Tu Signore, pare che da queste parti non sei più temuto, conosciuto, rispettato.

Siamo venuti alla conoscenza che la legge che vale per loro, i loro CCNL – per noi stranieri non valgono: la nostra dichiarazione non vale nulla, la nostra testimonianza non vale, i nostri testimoni vanno rigettati. Se poveri schiacciati, le nostre domande scritte, o non vanno considerate, o non si rispetta alcun termine in quanto la giustizia sociale … Manda Signore cittadini onesti nei uffici, nelle amministrazioni dello Stato, gente che non valuti con misure e pesi diversi la giustizia dei poveri e stranieri. Manda gente animata dallo spirito di legalità, che non guardi in faccia e non sia impressionato dalle vesti, dalle conoscenze.

Noi Signore, affidiamo a Te tutta la zona del Monferrato, che non gode di salute a livello del diritto del lavoro. Anche Tuo padre, Giuseppe, fu operaio emigrato, conosci bene quello che oggi è capitato in questo caso, ecco perché sarai Tu Signore a prendere le redini di questo caso, simbolo di chi bussa alle porte istituzionali senza “avere le spalle coperte”.

Risana Signore questa valle di lacrime, questa zona che nasconde tanti malati, fedelissimi di Tua Madre. Perdona, perché anche noi perdoniamo la loro disumanità, la loro indifferenza per la nostra salute, le nostre notti insonni accanto ai malati. Fatti conoscere non solo per la Tua bontà, ma soprattutto per la Tua giustizia. Noi ti amiamo e stimiamo soprattutto come Giusto Giudice. Assegno Signore un caso simbolo a Te>>. Enescu Carmen Gabriela, militante per i diritti umani universali e diritto del lavoro

Se Tu vuoi che l’ingiustizia regni come ha regnato sino ad oggi: sia fatta la Tua Volontà, noi abbiamo fatto la nostra testimonianza di fede in Te. Quello che è l’impossibile al uomo è possibile al Signore.

Mandaci feste serene e felici, nonostante le ingiustizie che ci circondano, perché il cuore del credente vive al di sopra delle faccende comune. Manda anche ai nostri persecutori feste serene e felici, perché noi non nutriamo mai odio, nemmeno verso i nostri nemici più accaniti. Ci dispiace quando sentiamo la verità schernita, perché è simbolo di disprezzo del bene.

La migliore amministrazione Comunale – la peggiore: questa sarà la cura, il risanamento della corruzione nella pubblica amministrazione. Non andare per le lunghe, ma denunciare apertamente, la vetrina del male e del bene, questo vuol dire trasparenza e fine del male. Altrimenti saranno messe in motto l’eterno paio di maniche, lunghe, lunghe … infinite. Il male cresce, soffoca e l’uomo diffida sia delle istituzioni, sia della giustizia in generale e quello che sarebbe il male assoluto, di Dio stesso, solo perché l’arte del tarocco arriva ormai dappertutto.

https://www.comune.trento.it/Comune/Atti-e-albo-pretorio/Regolamenti/In-vigore/A19-Regolamento-sulla-collaborazione-tra-cittadini-ed-amministrazione-per-la-cura-e-la-rigenerazione-dei-beni-comuni-urbani

La “nota preliminare” che accompagnò il successivo Regolamento Generale del 1912, dopo avere ribadito per i comandanti di Legione il dovere “di lasciare a ciascuno dei propri dipendenti libertà d’azione corrispondente alle attribuzioni ed alle responsabilità di ognuno”, introdusse norme che per la prima volta accomunarono ai doveri del comandante le prerogative morali del semplice carabiniere. Emergono infatti nella “nota preliminare” i seguenti principi:

(…) “Uno stesso compito si può eseguire egualmente bene in modi assai differenti, e perciò quello prescelto dall’inferiore non deve essere censurato, purché sia razionale, quand’anche non sia conforme al modo che si sarebbe preferito.

Nelle varie istruzioni ed operazioni il superiore oltre a sviluppare negli inferiori il sentimento dell’iniziativa deve ricordare che uno dei principali scopi cui deve tendere l’educazione militare, è quello di inculcare la coscienza della dignità personale, e del proprio valore come uomo e come soldato, nonché la necessaria fiducia nei compagni e nei capi. Deprimere tali sentimenti con parole o con atti, è fare uso riprovevole della propria autorità.

Alla perseveranza il superiore deve aggiungere l’energia e l’inflessibilità nell’esigere sempre e con lo stesso rigore l’osservanza di quei principi e di quelle norme che all’inferiore ha additate fin dal giorno in cui fu posto alla sua dipendenza.

Ma ciò sempre con quella calma severa, che non minaccia mai, che neppure perdona il poco zelo o la malavoglia, e che per la sua costanza ed immutabilità ispira appunto profondo rispetto e fa l’inferiore arrendevole per intimo convincimento.

La responsabilità è un grande incitamento ad operare ed a porre nell’adempimento dei propri doveri tutta l’attività di cui si è capaci. Epperciò anche il semplice carabiniere deve essere intimamente compreso che gli è personalmente ed unicamente responsabile delle sua azioni individuali, sia in servizio che fuori servizio e che egli, quale individuo pienamente cosciente, deve sapersi dirigere e moderare senza l’intervento superiore, la cui tutela, ove fosse resa necessaria, verrebbe a menomare la sua personalità.

Nell’accertamento pertanto di infrazioni o di irregolarità individuali, si dovrà evitare, in tesi generale, di far risalire la responsabilità ai superiori dei manchevoli, tranne che Le mancanze rilevate dimostrino evidente trascuratezza e men buono indirizzo per parte dei superiori stessi.

Affinché il lavoro degli ufficiali e militari tutti produca buoni frutti è necessario che sia fatto con lieto animo.

E ciò si ottiene quando il superiore nell’esigere dai sottoposti lo scrupoloso adempimento dei loro doveri, dia prova di stima e di riguardo; quando faccia in modo che vi sia varietà nelle occupazioni, che queste abbiano scopi ben definiti e chiari, e quando infine a ciascuno, entro la cerchia delle sue attribuzioni, lasci campo di liberamente esercitare il proprio criterio.

A tale uopo converrà tener presente che l’affiatamento completo ed il sentimento di devozione si ottengono solo quando il superiore dimostri costantemente di immedesimarsi dei bisogni degli inferiori; di preoccuparsi del loro benessere sostenendoli paternamente, nel limite del giusto, nella lotta difficile ch’essi quotidianamente incontrano per l’esatto adempimento dei loro doveri”.

I principi di cui sopra, stabiliti quasi alla vigilia del primo Centenario dell’Arma, costituiscono un testo che sembra tradurre l’eredità ideale raccolta nel corso di un secolo per trasmetterla alle generazioni successive dei Carabinieri. Tali principi furono infatti ricalcati nella “Premessa” al Regolamento del 11 Settembre 1953 e conservati sostanzialmente nella “Premessa” di quello vigente, che così li conclude:

( .. ) “Affinché il lavoro degli ufficiali e dei loro dipendenti sia fecondo di risultati positivi è necessario che sia svolto con animo lieto, in un clima di serenità e comprensione. E ciò si ottiene quando il superiore, nell’esigere dai sottoposti lo scrupoloso adempimento dei loro doveri, dia prova di stima, di fiducia e di riguardo; quando faccia in modo che vi sia verità nei compiti, che questi abbiano scopi ben definiti e chiari; quando dia a ciascuno, entro i limiti delle sue attribuzioni, libertà di operare secondo il proprio criterio: invero, l’affiatamento completo e il sentimento di solidarietà militare si ottengono soltanto quando il superiore riesce ad esaltare le energie dei dipendenti ed a sorreggere coloro che lavorano nel campo delle responsabilità; a rendersi esatto conto dei loro lavoro e delle difficoltà incontrate e superate, intervenendo soltanto se c’è qualcosa da correggere o migliorare; ad immedesimarsi dei loro bisogni ed a preoccuparsi del loro benessere; a sostenerli paternamente nella difficile e nobile fatica quotidiana che essi affrontano per l’adempimento del loro dovere”.

http://www.carabinieri.it/arma/curiosita/non-tutti-sanno-che/n/normativa-morale

Miniguida alla sopravvivenza per i figli di genitori con disturbo mentale

La Collana del non profit è una raccolta di numeri monotematici nata all’interno del Bando Un invito a proporre idee e contenuti per pubblicazioni sociali e di interesse per il volontariato. Affronta e approfondisce temi di interesse per chi opera nel volontariato, nel terzo settore, nella pubblica amministrazione e nella ricerca sociale ed è pensata per dare voce al volontariato che si esprime attraverso  le attività dei suoi operatori con il fine di testimoniare buone pratiche, modelli di cittadinanza attiva e mantenere viva la sua memoria storica.

Uno dei problemi di cui si fa finta che non esista, invece … Miniguida alla sopravvivenza, ma decisamente è validissimo anche per i genitori con figli affetti da disturbi mentali … Aiutare la gente ad AIUTARSI in 1001 modi …

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