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Emalloru, cinema, networking, arte&vita come binari dello stesso treno, Luca Caserta

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Film pluripremiato <Dimmi chi sono>

L’UNIVERSALE RICERCA DI UN SENSO PER VIVERE

Roland Topor –  “Per cominciare a studiare sul serio la religione, la prima domanda da porsi non è <chi è Dio?>, ma  <chi è l’uomo?>, o meglio <chi sono io?>.

Entrando nel pieno dell’ adolescenza, non è Dio il problema numero uno, ma quel mondo ancora ignoto e imprevedibile che è il proprio io.

Tanto più che la scuola con tutte le sue materie si dimentica volentieri si portarti a esplorare questo tuo mondo, tutta presa com’è a spiegarti la storia del passato, a insegnarti le lingue straniere, a introdurti nel mondo dei numeri e nei segreti dell’informatica.

Tutte cose belle e necessarie, certo. Ma che non bastano a risolvere nemmeno uno dei grandi perché della vita, della TUA vita.

Né, fuori della scuola, l’amicizia, la vita di gruppo, lo sport o la musica bastano a tacitare domande che emergono, timide o sfacciate, dalla coscienza inquieta di ogni adolescente che cominci a pensare con la sua testa: vivere, che senso ha? Vivere, vale la pena? E poi perché il dolore? Perché la morte? E se la vita ha davvero un senso per tutti, perché tanti non lo trovano?”

OGGI – pretendiamo di tenere il mondo in tasca, forse il mondo materiale, ma l’essere umano ha un’altro mondo, interiore – infinito, sconfinato che solo Dio può riempire. Un lutto, non è un qualcosa che basta gridare al mondo e ti passa. Magari fosse così semplice, puoi raccontarlo mille volte, ma non cambia il fondale del problema. Non per caso, la maggior parte delle coppie scoppiano proprio quando in mezzo c’è un bambino che è mancato, è scomparso, non si finirà mai di dare o sentirsi in colpa.

Comunque si vuole sapere sempre tutta la verità e al minimo dettaglio che non quadra ecco il sospetto, gira e gira attorno per anni e decenni. Ci si è mai immagino qualcuno nei panni di chi ha dimenticato il bambino nella macchina ed è mancato. Sopraffatti da un ritmo di vita sempre più stressante, facendo sempre la stessa strada, basta cambiare una volta, perché la strada bloccata, troppo traffico su quella e la molla può rompersi. Quante volte non avete accesso il caffé e magari andati nell’altra stanza per cercare qualcosa – un attimo – poi squilla il telefono, bussa qualcuno, trovate qualcosa che cercavate da tempo e … il tempo vola … Il lutto è tutt’altro, nemmeno va esorcizzato, è parte della nostra natura umana.

Non è vero che si muore troppo tardi o troppo presto, interpretiamo questo da non cristiani.

Da cristiani la nostra “sentenza” suona un po’ così: <Non vivrò nemmeno un secondo in più oltre il tempo che mi fu assegnato> e qui qualcuno dice, per cosa. Per compiere quello che hai come tua missione. Non siamo nati a caso, dei dadi buttati lì, ma per questo bisogna rifletere con serietà e onestà. Qui inserisco l’articolo che in qualche modo attinge, rende l’idea, perché l’argomento è talmente vasto che non finirei più. Provate a farvi del tempo e seguire il filo rosso …

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