Per amore della Verità

Per amore della Verità, che è una Persona: Gesù

“Nella  storia dei nomi vi è la storia delle idee, e le parole falsate rivelano affievolimento di potenza  intellettuale che apprende una cosa per un’altra, ed è quindi non vera nei giudizi, non diritta nei ragionamenti. Quando il suono di una parola non desta la medesima eco negli animi, è intervenuta la confusione nelle idee, e vi è ribellione nel regno delle intelligenze”. “. . . Alla veracità si oppone la menzogna di che ragiona San Tommaso, scomponendo la nozione in tre elementi, i quali a volte concorrono, a volte no, e sono la enunciazione del falso, la intenzione d’ingannare e l’effetto di cotale enunciazione e intenzione, il quale è che la falsità s’imprima nell’altrui mente. Menzogna e mendacio è ciò che si dice contro la mente o coscienza del parlante. La reità sorge dall’essere contro la mente e la coscienza di chi profferisce quella parola che non è eco dello spirito, né lo rende manifesto, ma lo vela ad altrui. Cotale disarmonia tra il segno e la cosa significata è disordine grave nel regno delle intelligenze che si allumano al focolare della verità, e che sono connaturate a trovare nel vero un proprio e vital nutrimento. La menzogna è profanazione della parola che ne dà lo scettro sugli animali e ne fa sacerdoti della creazione. La verità che è sostanza vivente in cielo, deve per la voce e per la lingua umana risuonare nell’universo; deve essere alle mute creature cosmiche la potente eco del Verbo che ha posto le leggi de’mondi e ne ha dato all’uomo l’impero ugualmente che il sacerdozio. Si dispoglia d’impero e di sacerdozio chi mentisce senza sentirne rammarico, e non pone mente che la verità e la vita rampollano dalla medesima sorgente, e che gl’istinti vitali e intellettuali sono del pari inestinguibili nell’uomo… dal libro “I quattro cardini della felicità” secondo S. Tommaso D’Aquino (mia è un’edizione del 1890).

In difesa della democrazia

In difesa della democrazia

Se la Storia fosse una scienza … sapremmo quel che può accadere domani. Ma c’è una variabile indipendente e incontrollabile, l’uomo, che resta in ogni caso, con le sue azioni, imprevidibile protagonista – Barbara W. Tuchman

Ecco il Messia

Gesù, l’inclassificabile

Aveva proprio ragione quel grande studioso del Gesù storico, Albert Schweitzer, che andò a concludere la sua vita a Lambarané nel cuore dell’Africa per curare i lebbrosi: “Gesù non si lascia rinchiudere in nessuna categoria: non ha trovato posto né tra gli uomini del potere né tra i ribelli, non somiglia né a chi predica la morale né alla gente tranquilla. Si è rivelato un provocatore verso destra e verso sinistra. Ma un provocatore che non aveva alle spalle nessun partito, eppure era in atteggiamento di perenne sfida in ogni direzione. Un uomo, in definitiva, che rompe tutti gli schemi”.
L’idea di Verità
La tradizione religiosa giudeo-cristiana si è sempre fondata sulla certezza che esiste una verità, valida per tutti e sempre, che precede l’uomo e che l’uomo non può manipolare a suo piacere. Una verità che l’uomo non possiede, ma dalla quale è posseduto. E’ la Verità stessa di Dio: infatti solo Lui dà il vero senso delle cose. Per avvicinarsi a questa grande Verità, però, l’uomo ha bisogno di appropriarsi le mille piccole verità sulle cose che fanno la sua storia e il suo mondo. E’ la ricerca scientifica, sviluppata soprattutto attraverso le scienze dell’uomo. La fede nella Verità divina non nega, ma incrementa la ricerca umana del sapere. Fede e scienza risultano dunque complementari, non in concorrenza, né in reciproca estraneità. Il cristianesimo prende le distanze sia dal fatalismo (che rinuncia pigramente alla ragione) come dal razionalismo (che idolatra presuntuosamente la ragione).

Cristoforo Colombo deriso

Cristoforo Colombo diventa don Cristobal Colon, Ammiraglio del Mare Oceano

Scheda 17, Nella Spagna del ‘400 : “Prima che l’arrivo dell’oro dal Messico e dal Perù sconvolgesse tutta la sua economia, la Spagna cristiana viveva soprattutto di pastorizia, agricoltura e traffici marittimi. Nel 1450, gli spagnoli erano circa dieci milioni. I cristiani costituivano il 90 per cento della popolazione: gli altri erano musulmani o ebrei. I cattolici si ritenevano gli unici veri spagnoli, e in nome di questa convinzione perseguitarono e cercarono di espellere dalla “loro” patria gli altri due gruppi etnici. Gli iberici, benché andassero fieri della purezza del loro sangue, in realtà discendevano da un miscuglio di popoli diversi: celti, fenici, cartaginesi, romani, visigoti, vandali, arabi, berberi ed ebrei. Da questi apporti tanto diversi era nata la nazione che nel XV e XVI secolo doveva partire alla conquista dell’Europa e del Nuovo Mondo”.
Scheda 20. Il decreto contro gli ebrei