ITALIA SACRA
spiritualità

I CATTOLICI CHE HANNO FATTO L’ITALIA SACRA

Vediamo i frutti dello Spirito Santo nel cuore dei fedeli

In questo blog sino ad oggi ho scritto 115 articoli e 17 pagine che insieme hanno creato LA STORIA DELLA COMUNITA’ CRISTIANA sparsa ovunque al mondo – fu solo “lievito madre” lo stampo per forgiare, per raccontare quello che sta alla base di ogni comunità.

In ogni nazione ci sono due tipologie di storia, “viaggiano intrecciate” nel tempo, c’è la storia che va scritta nei libri di storia e la storia del popolo di Dio, la storia dei credenti, cristiani cattolici – qui mi riferisco all’Italia, Italia Sacra. Ribadisco, ogni nazione ha queste due storie, come sono due tipi di tradimento, verso l’uomo e verso Dio. Il tradimento verso Dio è di gran lungo più pesante, non essere fedele alla propria vocazione, alla propria missione nella storia universale. Ciascuno di noi ha dei doni particolari, doni che riguardano un certo tipo di attività per guadagnarsi onestamente il pane quotidiano ma nello stesso tempo ha ricevuto dei doni che servono alla comunità in cui vive, tu e solo tu sei capace di fare quella cosa, in quella maniera … Questa tipologia di dono non va mai nascosta, è un peccato, ne sarai responsabile. Sei capace di organizzare, di mediare, di appianare un conflitto? Usa questo dono – è per la comunità, per il tuo ambiente di lavoro …. per la pace della tua comunità, famiglia, nazione. Nessuno è in grado di insegnare COME NEGOZIARE – COME CONQUISTARE ANIME in un certo contesto, sempre diverso, solo Dio ispira, quasi prende in prestito la bocca, la parola, il linguaggio . . . Il tono della voce, saper calibrare ogni parola – usarla a fin di bene sempre, mai per ingannare, illudere, persuadere – sarebbe come “costruirsi” la propria condanna.

La fede senza convivenza e dialogo non serve a nulla, questo “lievito madre” arriva da molto, molto lontano, tramandato non tanto con parole quanto con l’esempio, un detto: <<la parola è SUONO, l’esempio è TUONO”.

Si può giudicare un popolo, una nazione senza conoscere il sacrificio dei loro antenati? La loro eredità non solo materiale, ma soprattutto spirituale?





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Disse San Paolo VI il 14 settembre 1965: Lasciamo che lo Spirito Santo <<effonda nei nostri cuori quella carità, che si traduce in sapienza, in quella rettitudine cioè di giudizio, secondo le più alte ragioni del sapere, per cui risale a Dio, donde ha ricevuto quell’infallibile dono, la mente umana, e diventa amore, diventa carità ogni suo pensiero, ogni sua azione. La carità, che da Dio discende, si trasforma in carità, che a Dio ascende, e dall’uomo a Dio tende a tornare>>.




































QUADO IL PARROCO - DON ARTEMIO BERTANA - MURISENGO - INIZIA AD EDUCARE IL POPOLO DI DIO, A INFORMARLO ...








Le lettere di condannati a morte della Resistenza italiana

Quanta cura, quanto amore e dolore, ma quanta FEDE – DIGNITA’ e ONESTA’ è un TESTAMENTO SPIRITUALE -soffrire e NON TRADIRE MAI

DON TONINO BELLO - UN GIGANTE COSTRUTTORE DI PACE
















https://www.carmenwebdesign.it/analisi-sulla-politica-i-politici-in-chiave-cristiana/





Sapete quale fu la prima lettera che Giovanni Paolo II mandò al SINDACO DI ROMA? Il pensiero che ciascuno abbia UNA CASA – un posto per riposare. Io dico, il problema abitativo dell’anziano non è più SUO, ma della comunità in cui vive. Chi lascia dormire in strada un suo figlio – non è un RE che dà buon esempio, è un discorso generalmente valido a livello di ogni nazione. Nella nazione dove ancora oggi si dorme in strada, dove si muore di fame e freddo – avesse scoperto mille altri pianeti, tecnologie e varie – quando ancora lì, sotto i suoi portici si muore di freddo e di tanta indifferenza. Per certe cose, “uno su mille c’è la fa” NON SERVE, TUTTI devono essere aiutati a farcela.

Chi ha mai detto che LA CHIESA NON E' ALLA CONOSCENZA DEL DOLORE DEI PIU' POVERI? 

3. Ma la vostra presenza richiama al mio animo anche i numerosi ed enormi problemi che oggi, più che mai, la città pone a quanti, come voi, sono pensosi della cosa pubblica. Infatti, il suo sviluppo vertiginoso esige un impegno responsabile e operante per venire incontro alle attese dei cittadini, i quali soprattutto nei nuovi quartieri avvertono il bisogno di un’azione efficace in campo urbanistico, sociale, culturale e spirituale.

In particolare i problemi dell’urbanesimo pongono una questione che tocca gran parte dei cittadini. Molti di essi, infatti, sono costretti a vivere in condizioni di vita talora disumanizzanti, le quali degradano le coscienze e nuocciono all’istituzione familiare, essendo esse un attentato alla stessa dignità della persona umana, oltre che al suo sviluppo e alla sua promozione. Le nuove coppie di sposi che attendono invano un’abitazione decente a un prezzo accessibile e tante famiglie che vivono sotto l’incubo di uno sfratto in corso spesso si demoralizzano e si chiudono in un amaro atteggiamento di protesta. I ragazzi rifuggono da una casa inospitale e cercano nella strada compensazioni spesso fatali per il loro avvenire. È urgente costruire nuove strutture abitative, in cui l’uomo possa soddisfare le esigenze della sua personalità. È vero, sono problemi comuni a tutte le grandi città, ma a Roma essi assumono aspetti specialissimi e pongono interrogativi inquietanti. Sono queste le tremende responsabilità che assillano il vostro quotidiano impegno di amministratori. Si tratta di aiutare i più abbandonati, gli emarginati, gli svantaggiati fisicamente e psichicamente e gli anziani, la cui situazione sembra diventare sempre più difficile e richiede perciò una particolare attenzione e urgenti interventi che tengano conto dell’attuale stato di abbandono e di solitudine in cui spesso sono relegati e della necessità di lungimiranti provvedimenti. Si tratta, in una parola, di porre ogni sforzo per risolvere quelle “contraddizioni” e sperequazioni sociali, di cui ha fatto menzione il signor sindaco.

Chiedo “aiuto” al Padre Michel Quoist – francese, per questo problema ABITATIVO dei figli di Dio.









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