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Raccontare un po’ la storia del quartiere che plasma anime

1969 AGOSTO 30 – ore 11, 30 iniziava una storia …

Cari AMICI BUONGIORNO, BUONASERA

Qualcuno dirà, questa è “pazza”, se mi saluta con buongiorno, come farà a salutarmi anche con buonasera, SEMPLICEMENTE perché questo blog “vede” stando al numero delle nazioni individuate dalle statistiche interne, il programma di analisi del blog, 95 nazioni, mentre GOOGLE SEARCH Console www.carmenwebdesign.it  oggi 7 dicembre 2022 – 177 nazioni, dunque – AMICI è al PLURALE, tutti sconosciuti credetemi.

               Tolte le “cortesie” imposte dalle regole di civiltà, passo al sodo – io delle regole imposte, dei codici scritti per incanalare il mio essere, non ho mai tenuto conto, dall’alba della ragione – anzi forse anche per questo mi è servito la “gavetta”, nata in un periodo di dittatura atea, nel 1969 vi racconto un po’ … 

Mi ricordo ancora la volta quando da bambina mi furono imposte le 2 ore di sonno, “riposo” – quel tempo che per significava punizione, costrizione, imposizione … lascio perdere la terminologia.

<<Devi dormire 2 ore, mi rimproverava mia sorella maggiore – di 14 anni, l’unica sorella!>>. Ed io, una bambina, non comprendevo cosa significa esattamente quel 2 ore, lei invece per farmi capire “meglio” la nozione del tempo esatto, mi mostrò semplicemente l’orologio e mi spiegò: “quando le linguette di questo orologio saranno qui, puntò il dito, alla cifra 3, cioè le 15 per noi “esperti” nel tradurre – poi è uscita, poiché aveva da fare. Era la MIA “punizione”, la mia pena – stare a letto e non fare nulla.

E lo sai cosa ho fatto? Ho pensato un attimo, poiché avevo un appuntamento (ai vicini di casa era arrivato un bel ragazzo in visita ai parenti, un nipote – da una città di cui non sapevo nulla, amavo sentir raccontare, l’anima della sua città). Troppo bello per me, la trasgressiva e così ho preso l’orologio, subito ho capito che quel aggeggio poteva essere spostato, ho girato le linguette alle 3 precise, sono scesa dal letto, mi sono vestita, ho preso l’orologio in mano per dimostrare che è vero che sono le 3 e … dritta sono uscita dalla stanza.

Le abbondanti 10 minuti dal nostro ultimo discorso si erano trasformate in 2 ore, le ore della mia liberazione, potevo andarmene finalmente. Le lancette alle 3 e TUTTO REGOLARE. Libera finalmente.

Nella mia ingenuità, non vedevo il motivo per cui lei era arrabbiata, mi risuonano ancora suoi rimproveri:

<< non funziona così, hai girato tu l’orologio, il tempo non è passato, devi … >>.

<<Non hai detto che alle 3, quando quelle due saranno sul 3, sono sul 3, non vedi!>>.

<<Non funziona così, torna e vai a letto!>>.

11 mesi e 8 giorni sta scritto -da mia sorella

Io ero, già alla porta, correvo al mio appuntamento – dall’altra parte ho imparato la pazienza, perché anche lui “godeva” dello stesso trattamento: <<Dorme!>> mi hanno detto i suoi.

 <<Posso aspettare qui?>>.  

<<Certo!>>

Forse mi hanno servito qualcosa e tra una parola e l’altra, lui si è svegliato e l’hanno lasciato uscire prima. Le regole ben accettate da altri, per me erano restrizioni pure. Lo so che dormire un po’ nel mezzo della giornata fa bene, ma io non sprecherei mai una buona lettura investigativa per un sonno imposto, se sono stanca dormo – anzi crollo, ma semplicemente all’ora in cui crollo e basta. Seguo l’orologio della mia natura, biologico.

Nelle braccia di mia sorella 14 anni più di me

Nelle braccia di mia sorella 14 anni più di me, così mi porterà a tutti suoi incontri – fidanzati …





Faccio una parentesi –

Mia sorella SEMPRE SERIA – SEVERA – classe 1955

Carmen Webdesign  Romania Italia

Io, viaggiatrice nel mondo reale e dello spirito -di passaggio a MONSELICE – PADOVA

Ecco, colui che rispetta le regole, così ho aspettato, da sola, ammirando il giardino di quella famiglia benestante. Credo che l’investigare tutto su tutti mi è venuto naturale, da sempre: in quella occasione ammiravo la ricchezza, l’arte, mobili, il loro mangiare, il loro comportamento a tavola, l’uso elegante delle posate … Cercavo di comprendere se la felicità arriva solo ai ricchi, invece ho scoperto un altro mondo, doppi binari, vite parallele, gente incastrata, gente infelice, gente che si buttava nell’alcol per dimenticare il tradimento, la falsità, la corruzione.

Quando si nasce in una famiglia povera ma ONESTA – poiché ogni tanto il discorso dei soldi saltava fuori, in base alle mie esigenze, la voce di mio padre mi rimbombava: <<Io non ho soldi per questo, vuoi forse che vado a rubare? Quelli rubano, io no!>>. Per carità! Parola RUBARE era come BESTEMMIARE – non volevo sentirla nemmeno nominare, allergica al 1000%, come sul MENTIRE, INGANNARE, TRADIRE, TRUFFARE …

Ho incontrato i ricchi, ho vissuto tra i poveri, ho incontrato i ricchi che nati ricchi e coloro che si sono arricchiti con molto sforzo, la gente onesta e disonesta, ho incontrato il ricco che disprezza il povero, anche se la sua ricchezza fu solo ereditata, perciò mai un merito per averla, ho incontrato poveri che si sono arricchiti solo perché si vergognavano delle loro origini. Ho incontrato la gente che si vergogna delle sue origini, perché poveri – ma non si vergogna di cambiare pelle, rinnegare fratelli e genitori, perché non alla sua altezza.

Secondo me, un “personaggio” farà sempre più bella figura se è proprio questo quello che gli serve, essere se stesso e non sembrare chi non è mai stato. Anche se non sembra, anche i peggiori apprezzano chi non si vergogna della sua famiglia. L’onestà appaga sempre, altrimenti colui che ama solo essere adulato, ama anche essere mentito, non è segno di saggezza.

Nel mondo delle apparenze, bisogna saper camminare con piedi per terra e lo sguardo ed il cuore rivolti a Dio solo. Mi domandavo da dove avevo la consapevolezza che Dio c’è, che il mio pensiero gli è presente? Sentivo, come stavo male se dovevo mentire. Paragono la bugia ad un veleno e prego Dio di non doverla mai usare, non tanto per me, ma per svelare segreti altrui. Credo nella parola data, credo nel dover stare dalla parte della legalità sempre, non credo mai nella vittoria della menzogna e una certa età mi ha confermato la veridicità.

Il male che vediamo, sentiamo che viene comunicato sono come titoli di esami dati da terzi, oggi tocca loro domani tocca te, dopodomani me e così via. Ne ho avuto talmente tante conferme che giurerei in buona fede, poiché mi capitò più e più volte: tutta la storia che ci avvolge e una storia di verità, verità testimoniata, verità occultata. Per testimoniarla oppure per occultarla, chi non ha scrupoli rinnega l’evidenza, chi ha una coscienza, la testimonia, perché LIBERA. LIBERA il cuore, libera l’anima.

Chi vive nella menzogna è il più misero, schiavo del fatto suo che dovrà sempre occultare, schiavo di chi occulta quella verità per “aiutare” poiché saranno sempre legati da un patto diabolico, schiavo perché se è una cosa vergognosa rovinerà non solo la sua carriera, ma anche il nome della famiglia, suoi parenti, figli … Dovrà sempre pagare e ripagare per il silenzio TEMPORANEO, perché sempre spunterà un corno nuovo, una pretesa, un debito – un saldo, non finirà mai. Si farà mangiare l’anima pezzo per pezzo, con la pinzetta, e dovrà pagare sempre – perché tutta la situazione appoggia sul NULLA. Non esiste garanzia assoluta che nessun è alla conoscenza del resto della verità, se i terzi hanno raccontato ad altri oppure … Quando meno te l’aspetti spunta una nuova richiesta e fatti i conti – non finirà mai di tirare la linea finale.

Chi testimonia la verità, taglia le pretese dalla radice, sradica il tumore e onestamente se Dio vuole, mai senza la volontà di chi ci casca nei tranelli, si può sbagliare, può riprendere la vita vera, basta volerla. La paura di dire la verità, la vergogna è l’inizio di una possibile guarigione.

Molti vorrebbero liberarsi della menzogna come da un tumore, sradicarla completamente – è un percorso, soprattutto perché richiede la massima onestà.

Proprio perché sono nata e ho vissuto in quel quartiere, ho imparato molto sulla verità, sulla menzogna, non lasciatevi mai trascinare, non ne vale la pena, non per il posto fisso, non per diventare qualcuno. Se la tua strada è quella, non bisogna saltare la fila, entrare dalla porta del retro, grazie ai parenti, conoscenti, passare l’esame grazie a papà, cerca di passarlo per il tuo merito.

Cerca di fare quello su cui ti senti più portato naturalmente, Dio ha dato a ciascuno un DONO, per guadagnarsi da vivere, ma anche uno per la tua comunità, saprai fare qualcosa nel modo migliore degli altri, questa cosa ti verrà senza sforzo, più naturale di tutte le altre.

Mi madre mi aveva raccontato che al mio battessimo, hanno provato di farmi scegliere da un piatto quello che secondo l’usanza avrei fatto come mestiere: per tre volte, mischiate in ogni modo ho scelto i colori e la penna. Queste due cose mi vengono più naturali di ogni altra cosa, scrivere è come un fiume in piena che mi travolge, basta scegliere tre parole e rovescio … Tanti anni fa, avrei voluto scrivere gialli, ma non amo la violenza, non voglio nemmeno parlare, sentir parlare – voglio la pace, ho fatto tutta la mia infanzia da giudice di pace tra miei genitori, tra miei fratelli, tra chiunque nella mia vita mi capitò di dover conciliare.

Ho incontrato anche gente talmente corrotta che non gli rimase nemmeno un lembo di umanità da dove poter più iniziare il discorso, chi mentiva se e la sua coscienza, zittiva il suo grido. Purtroppo il denaro, come a Giuda, paralizza l’anima.

Questa tipologia di persone sono un cancro per la società, loro non vogliono guarire e a chi tenta di abbandonare la menzogna la tengono stretto con l’artiglio del diavolo, lo stesso che tiene loro, temono quanto la loro vita che la legalità potrebbe tornare, sarebbero guai. Così lavorano sempre e con ogni modalità per escludere tutti coloro che non fanno parte della loro cerchia, che non lavora come loro per la menzogna. Laddove entrano le istituzioni dello Stato vengono trasformate in azienda a conduzione familiare, tutti loro parenti e amici hanno priorità, il resto, non esiste. Non temono nessuno, perché le loro alleanze sono fitte, la rete ha le maglie piccole e non c’è istituzione dove qualcuno di loro conoscenza non sia lì per le loro utilità.

Il povero che rimane impigliato nella loro rete – trappola è come una colomba ferita, intrappolata, sanguina, non è soccorsa, anzi nemmeno esiste, facciamola sparire – una denuncia, va persa, cambiata. E’ il loro saper fare, tutto va liscio tra di loro, nulla si può per il povero, tutto è permesso al ricco, avrà una buona difesa, perché pagherà profumatamente.

Dio aggiusterà le cose a modo suo, capiteranno cose strane e quando Lui decide una cosa, nessuno può più muovere un dito.

Per esperienza di chi ha avuto a che fare sia con gente mediamente preparate sia con gente anche con due lauree, oltre la competenza, conta la lealtà, l’onestà e la coerenza, tutto il resto è nulla senza queste tre.

Lascio fare, lascio credere che non lo so, poi domando quale sono le tue intenzioni a lungo termine e se mi racconti più di una volta, la barzelletta che non si è potuto perché … un’altra barzelletta, dunque una sola volta in più (poiché un primo sbaglio va compreso, perdonato) persistere nella menzogna è diabolico. Ed io scelgo la verità, la luce, non la schiavitù della menzogna. Faccio questo con parenti, amici e a lavoro – ovunque vivo.

Quando si nasce in un certo posto, un certo quartiere tutto accanto a te influisce. E se tutto influisce su di me, temo che anche io ho influito sul mio ambiente, con l’esempio, con la mia vita. Come semplici cittadini, questo è il pulpito della nostra “predicazione”, a volte stando anche zitti si può alzare la voce oltre il coro. Mi rendo conto che tutto è in collegamento con tutto, in un modo o nell’altro – qualcosa cambia qualcuno. Cambiare è un atto di volontà, nulla deleghe.

Ero a strettissimo contatto con gente che andava a cadenza regolata in carcere, gente importantissima, zingari, una famiglia di ebrei – anche la nostra casa in affitto, popolare – era appartenuta agli ebrei, gente onesta e gente disonesta, gente alla porta cui potevi bussare alle 2 di mattino sicuro per il soccorso, gente di parola e gente senza parola, gente senza dignità e gente piena di umanità. Ho detto zingari come etnia, ma anche di questi con due tipologie, coloro con il porto che non cambia mai, il loro capo aveva avvertito di stare attento mio padre, perché questa bambina potrà esserti rubata. Per il tratto di una sola fermata di autobus, per 17 anni e 6 mesi ho vissuto in quel angolo del mondo. Poi ho cambiato le coordinate, più tardi anche la nazionalità, non ho mai finito di imparare e di costatare che sotto sotto i problemi sia ricchi sia poveri, è lo stesso. L’inganno ed il disinganno, il tradimento – la scoperta del tradimento, scoprire la verità oppure occultare la verità se è colei che fa male.

 La mia scuola di vita fu 24 su 24, tra una madre che rimase in ospedale per quasi 6 mesi, alla vigilia dei miei 11 anni al ritorno di una madre di cui ti prendevi cura, non tanto farmaci quanto la terapia psicologica. La depressione, una operazione sul cervello – mi dovevo inventare ogni giorno soluzioni per tirala su di morale, per smettere di piangere perché la pressione saliva sempre – giostrava tra 200/220.

Il cortile di casa

Era un cortile lunghissimo diviso per 7 famiglie, ciascuna aveva la sua casa dove dormire, solo due famiglie avevano questo grande balcone costruito di fronte alla casa – noi e alla nostra destra, la famiglia spia) ciascuno la sua cassetta estiva di fronte, più in fondo del cortile ciascuno aveva il suo magazzino dove depositava la legna, attrezzi da lavoro – atelier, finiva il cortile con solo quattro grandi giardini per coltivare, crescere un maiale, galline, tacchini, seminare  – diciamo che questo mancava per 2 o 3 famiglie, forse era destinato dall’inizio ai più numerosi, oppure ai più poveri, oppure sarà stato comprato da chi poteva permetterselo e basta. Il fatto sta che, tutti gli ebrei che sono andati via, abbandonando quelle proprietà, sono entrate in possesso dello Stato Romeno, trasformate in case popolare subito. Miei erano in affitto in casa alle spalle e semplicemente hanno traslocato girando alla sinistra, hanno abitato lì per 35 anni, io sono nata lì. Poi hanno demolito tutta quella zona, dando a ciascuno un altro appartamento popolare – ci hanno sparso un po’ ovunque, ci hanno dispersi. Per noi poveri fu quasi un bene, a parte non avere più la verdura fresca a portata di mano, riscaldamento a legna – ma per i ricchi, coloro che abitavano le ville con più piani era una tragedia. Mi sono inventata di tutto per visitare quelle famiglie, curiosa di vedere le loro bellezze interne, il loro design interiore, conoscere le persone che abitavano con quella bellezza. Volevo la conferma della felicità che regala la ricchezza, il povero la pensa così. Ma rimasi delusa, tutti avevano problemi, non ho trovato nessuno senza, chi per salute chi per varie e se non era una tragedia saper prossimo il tuo lavoro da una vita, svalutato e ricambiato con un semplice appartamento, non più una villa storica – sì, il comunismo ha fatto anche questo e ben altro.

Questi piani urbanistici hanno portato anche suicidio perché non tutti stavano con le mani in mano. Dovevano demolire anche la casa della mia sarta, di fronte al palazzo che ci hanno dato già in uso, tutta quella schiera di case nuove era prossima alla demolizione per costruire palazzi e palazzi … La sarta racconta che andò ad un prete per pagare una messa per 40 giorni perché quello non accada, il sacerdote ha detto prima ancora, questo non accadrà – la casa non sarà demolita. Infatti fu vero, il dittatore fu ucciso e la storia è conosciuta.

Abitanti della mia strada

Conoscevo gli abitanti della mia strada, lunga – nei particolari. Volevo sapere, conoscere, entrare nel loro ricinto e credetemi non finivo di stupirmi, quante cose ho imparato dal mio quartiere, quante lezioni di vita, tra grande umanità e crudeltà, tra bambine stuprate e parola divorzio, rapimento del bambino di una signora.

Questa bella donna con un figlio, in affitto dall’altra parte della strada, sempre elegante, con tacchi alti e compostissima, cortese – trasfigurata in una donna scalza, con capelli in disordine, distrutta – crollando, svenuta su marciapiedi, soccorsa dai passanti: <<Mi ha rubato mio figlio, mio ex marito!>>.

La mia amichetta, forse aveva ai tempi quattro anni e mezzo, io sei, madre e figlia erano in affitto – questo quartiere era un po’ strano, le dipendenze erano collegate con altri, per andare in cantina tua, dovevi passare da un altro, oppure era un semplice accordo per darti una mano e ti prestavano un posto nella loro cantina. Insomma, quella benedetta madre, aveva mandato semplicemente questa bella bambinella, in estate, vestita da bambina, tra cucinare e preparare la tavola, per un barattolo di sott’accetto dalla cantina OPPURE IN PRESTITO. Niente paura, il signor X, padre del maschietto con cui giocavo sempre, padre anche di una figlia, gente che conosci da sempre – quella volta si è trasformato in orco e la madre della bambina allarmata del non ritorno – ha scoperto quello che i genitori temono sempre – l’orco all’opera. Ore maledette – attimi maledetti, attimi che cambiano la vita per sempre.

Immaginate il quartiere sconvolto, esistevano le condanne sul posto di lavoro, non carcere. Mi ricordo quel fatto di dover incontrare giornalmente la persona che ti aveva fatto del male. Cercavo il segno lasciato nella bambina, l’anima del suo racconto, qualcosa che ha cambiato il suo modo di fare, ma non ricordo nulla, forse perché – e nemmeno questo ricordo, sono semplicemente sparite.

Sulla scena della mia infanzia, in questo quartiere pieno zeppo di novità, i personaggi entravano in scena come in una telenovela, a volte per una sola puntata, sarebbe a dire un solo anno, oppure stagione e poi scomparsi per sempre. Altri come personaggi fissi, erano lì quando sono venuta al mondo fino alla demolizione del “teatro della mia infanzia” – poi spazzati via dal sorteggio degli alloggi, dall’altra parte della città, deceduti prima della partenza. Mia madre è deceduta prima della partenza, non ha mai visto la nuova casa.

Quando hai poco meno di sei anni e senti dai tuoi compagni di gioco, compagni di asilo  – questi qui sono scomparsi dal quartiere subito dopo – La loro storia era bellissima, ai miei occhi, due famiglie di giovani, di cuginetti, hanno affittato due case accanto – le loro madri erano sorelle, giocavo con questi bambini giornalmente, volevo sapere la loro storia … Ad oggi non mi ricordo nulla, non perché ho perso la memoria, ma perché sono arrivati “sulla scena” in un lampo, poi è capitato il fatto e sono scomparsi, non si sopravvive sempre allo scandalo. Era uno scandalo, per me una novità inaudita.

E’ capitato SEMPLICEMENTE così: un bel giorno, una delle due donne, ha trovato nel suo letto, il suo marito con suo cognato. Tutto qui, SEMPLICE, “SEMPLICE”. Il cielo si è aperto, si è scatenato l’inferno e da quel giorno si sono separate, hanno separato i padri di famiglia dalla vita dei loro figli. Vai a raccontare al bambino che da oggi tuo padre non sarà più tuo padre, per te sarà come morto? Provaci a smontare, scervellare un bambino interdetto da ogni contatto con suo padre, cambia città, le cose una volta erano interpretate in modo diverso. Il divorzio, una vergogna. Donne che si sono lasciate massacrare per la vergogna di non divorziare, tanta violenza tra le mura domestica, troppa … Quante devastazioni nell’animo di un bambino causate dai grandi, infanzia bruciata.

La coppia di anziani, senza figli che non hanno mai litigato nella vita, nella notte di Capodanno, lui ha spinto lei, lei ha battuto la testa dal termosifone ed è morta sul colpo, omicidio.

Il fratello che ha abusato la sorella; il padre che abusava della figlia – la “telenovela” arricchiva di particolari, tutti veri purtroppo.

La cantante che era l’amante, la moglie che è arrivata per picchiarla, poi anche questa è scomparsa dalla scena. Un’altra donna che poi finirà per essere trovata sotto un ponte, un delitto che finirà con autore anonimo.

Ci fu anche il decesso di un anziano padre: l’ultimo sguardo fu il mio. Le sue figlie parlavano dei loro problemi ed io ho chiesto dove sta il malato, il malato che stando al loro racconto, <<non moriva>>, un mese di sofferenza e non moriva. Sono entrata nella sua “cella” sembrava quasi una cella da eremiti – quel letto con la finestra in alto alla destra del malato, un solo tavolo con una brocca d’acqua, un bicchiere – non so se ho chiesto se vuole acqua … L’ho guardato negli occhi, era sveglio, un paio di occhi affossati ma limpidi, non parlava, forse non aveva la forza, mi ha guardato anche lui con uno sguardo sereno e suoi occhi si sono riempiti di lacrime, forse cercavo qualcosa per asciugarlo quando sento il suo respiro – quasi sospiro, una, due, tre volte e NULLA – TUTTO QUI. Ho sentito tanto sollievo, sollievo è la parola giusta.

Sono andata in punta dei piedi tra le due sorelle che ancora discutevano, questioni da fare (una delle due aveva il marito in carcere) e accenno che ha sospirato in un modo strano, non usato il termine morte, no. Sono andate di corsa e gridavano e piangevano – io sono andata via, avevo appena assistito alla morte di una persona sconosciutissima, prima e ultima volta quando vedevo quel uomo da vivo, nelle foto, da giovane – mai in carne ed ossa. La morte come un sospiro, non mi aveva fatto minimamente paura, con una dignità disarmante. Ero vestita ancora con la divisa di scuola, liceo, 16 anni – l’anno prossimo morirà mia madre … Nessuno riflette alla morte dei propri genitori, poiché ci crediamo anche noi, come nostri genitori, immortali, ed è vero – l’anima è immortale, solo questa carne andrà a riposarsi per un po’ – tutto qui.

Tra ricchi e poveri, nasce spesso l’ingiustizia creata da chi è ingiusto, usa conoscenze per coprire ingiustizie e crea il ribrezzo del povero per la giustizia calpestata

 Per alcune stagioni sono apparsi la famiglia degli informatori di polizia, coloro che riferivano ogni movimento nel quartiere, ci fu qualche arresto – grazie alle loro soffiate. Parlo di arresti di gente innocente e di gente malata che spiava, paranoici. Si dice che nessuno sospetta più del ladro, poiché la sua natura è corrotta a tal punto che vede solo tentazioni e inviti a professare il furto. Questa coppia di informatori, la donna aveva un certo debole per me, mi aveva raccontato dopo qualche anno, quando la sua fiducia in me era più grande, il metodo con cui aveva fatto arrestare alcune persone.

Avevo notato che dopo la visita di altri parenti, questi abitavano al mare – avevano un figlio della mia età, e qui sempre io ero presente alle loro scene, il cognato aveva toccato il braccio della donna, all’indomani era un lividone da spavento, sembrerebbe un massacro, invece falso allarme. Ha detto che soffriva di una malattia, capillari fragili, basta una minima pressione e diventano tutte prove di massacri mai avvenuti. Quando voleva incastrare qualcuno, pagava testimoni che apparivano dal nulla, provocava la persona e mentre lei aggrediva verbalmente, alzava le mani e aspettava che l’intrappolato prenda il braccio – anche per difendersi ed era fatta, l’incastro perfetto.

Aveva intentato un processo anche a mia madre. Carmen ha scritto sul mio lenzuolo parole offensive! Mia madre andava a quel processo, avevo chiesto, perché prima non sapevo perché, qual era l’accusa. Una volta sentita, ho semplicemente detto: <<Ma come potrei essere io l’autore della scritta, io ancora non vado a scuola. Mente!>>. Perché la gente non ragiona? A questo processo, prestò falso giuramento la madre della mia collega di banco e così mi sono trovata a dover rinunciare all’amicizia, non andare più a fare compiti insieme perché sua madre era bugiarda. Dopo tanti altri anni la verità fu scoperta, smascherati i bugiardi.

Ogni volta quando uscivano di casa, prima usciva lui, dopo un tempo ben preciso usciva lei e vedevi che fa tante di quelle operazioni al catenaccio, lega e lascia segni di ogni genere, finalmente usciva lei come una ladra – per chiudere la porta del cortile, per ricongiungersi con lui dopo un altro tratto. Lui sempre nascosto dietro qualche albero per spiare – poi la loro camminata era di due che scappano, attiravano l’attenzione a tutti, sulla nostra strada tutti sapevano che fanno la spia. A me facevano ridere, poiché attiravano l’attenzione più di uno che indossa la pelliccia in estate: facevano ridere e basta. Avevano avvelenato il cane del cortile perché impediva questo assurdo rituale giornaliero.

Quella donna odiava mia madre con tutta se stessa e volevo sapere perché. Mia madre aveva raccontato che lei fu molto amica della ex moglie di questo vicino di casa, la sua bellezza non riuscivo a capirla. Perché si sono lasciati? Semplicemente perché la ex moglie aveva una bellissima figlia, da una relazione e lui un maledetto giorno ha abusato di questa figlia. La donna era una cantante famosa di romanzi e mia madre che non gli mancava la voce, cantava tutti i giorni – solo ed esclusivamente il repertorio di quella cantante. In più, ogni volta che veniva in città per qualche concerto, mia madre andava, in più riferiva tutte le novità riguardanti l’ex marito e la nuova compagna. La nuova compagna – aveva un figlio ballerino – che poi ha abbandonato il ballo e forse prese carriera militare.

Questa parte della storia capitò prima della mia nascita, la figlia in causa aveva l’età di mio fratello, 16 anni più grande di me, andavano a scuola insieme. L’odio di morte verso mia madre andò talmente nel tempo fino al giorno in cui fu veramente sepolta: partiti tra i primi alla assegnazione dei nuovi alloggi, stabilita la data della demolizione – a febbraio 1987 – mia madre è mancata a gennaio, l’ho vista spiare all’angolo del ricinto per VEDERE la barra di mia madre, per convincersi che era vero che è morta la sua rivale, era morta finalmente. Io non ho mai sentito odio verso questa famiglia, nonostante il male causato, paranoia – si può odiare una coppia di paranoici?

MIO FRATELLO – CLASSE 1953

Parlando di mio fratello, della storia di quel quartiere, un’altra ragazza è morta tornando dalla scuola. Un pezzo di strada andava fatto lungo una fabbrica di scarpe, <<Partigiano>>, lì mia madre era contabile, più tardi mia sorella farà designer nella creazione di scarpe donna, uomo, bambino. Completa lavorazione, dal grezzo al prodotto finito del pellame e sulla strada canali, tombini. Qualcuno, fatalità ha tolto uno di quei coperchi, era collegato con quei bacini dove il pellame veniva trattato termicamente, acque bollenti e nauseanti: immaginate una bella bambina che tornando a casa dalla scuola insieme ad altri bambini cammina all’indietro, anche a me è capitato per colpa del vento – passo dopo passo e cade lì. Un tragico incidente, morta così. Era l’amichetta del cuore di mio fratello, era bravissima – voleva fare l’attrice, recitava davanti allo specchio per ore, convincente, copriva mio fratello ogni volta quando non andava a scuola. Lui partiva VERSO la scuola, ma non andava a scuola e TORNAVA quando tornano tutti i ragazzini dalla scuola, ma lui da un altro posto. Aveva scoperto un maneggio di cavalli dei zingari, andava a giocare con cavalli, a scavalcare, mi confiderà più tardi.

Questa ragazzina giocava il ruolo di colei che portava i compiti da fare e mentiva mia madre che mio fratello andava a scuola. Solo raramente si parlava tra genitori e maestri, altri tempi. La sorella della bambina che recitava giornalmente per diventare attrice e che poverina è morta così tragicamente  – più tardi diventerà una giornalista famosa, mio fratello calciatore e altri suoi tre amici di calcetto.

Per avere il permesso di andare agli allenamenti, doveva addormentare me. Tra calciatori, cantanti, strumentisti, alla destra la famiglia delle spie, alla sinistra chi esercitava con una band da ristorante e feste private … Il giorno in cui stavo per annegarmi perché svegliata in pieno inverso sono salita sul balcone di legno e scivolato nel bidone di acqua piovana tutto lastra di ghiaccio. Ho vissuto per anni la paura di annegarmi mentre mio fratello tra una stagione e l’altra di calcio mi racconta: <<Come, non ti hanno raccontato che stavi per annegarti e ti ha portato a casa sua la Signora X?>>. Ecco perché avevo paura dell’acqua, paura di annegare, perché era già accaduto, niente nonna, deceduta da poco, hanno cambiato l’orario di scuola, liceo – di mia sorella. Non avevo ancora l’età di ammissione all’asilo nido, era un anno e 8 mesi – oppure 18 mesi.

Asilo nido era di fronte alla mia casa, bastava attraversare – anche lì ho fatto saltare il cuore all’autista di un tir. Avevo visto mio padre arrivare a casa dall’altra parte della strada – io ero all’asilo, sono scattata dal gruppo diritta verso di lui, senza pensare alla strada, al traffico al tir che mi si è fermato al centimetro, quella montagna di tir, con la coda dell’occhio alla mia sinistra una forte frenata. Da quel giorno niente arrivi a casa in orari insoliti, niente giocare con bambini da parte della strada.

Ho visto ai tempi la mia direttrice di asilo nido, parlare col dittatore era in visita nella mia città, Bacau. Ha fermato la macchina ufficiale e ha voluto bere acqua da una fontana automatica, era estate, qualcuno doveva premere e fu la nostra direttrice. Ha colto l’occasione per spiegare che bisognava costruire un asilo nido urgentemente per i figli dei lavoratori della fabbrica. Ragazzi a settembre eravamo traslocati, tutto nuovo di zecca e niente badare alle spese. Solo chi non vuole non può. La direttrice era ebrea ed ero la sua confidente, la sua massaggiatrice, amava sentirmi raccontare mio padre, la sua amante e come gli avevo smascherato … Mia madre diventò la contabile del asilo nido e così il bilancio e lavori di chiusura, le domeniche a lavorare in fabbrica, il lavoro portato a casa – quei fogli immensi tutto scritto a mano, con una grafia da pittrice – aveva studiato 4 anni la Scuola Popolare d’Arte, pittura, segretaria della scuola del suo paese in campagna prima di sposare mio padre, per amore. Il meccanico auto rozzo ma bello e la contabile pittrice che abbandona tutto per amore. Un padre geloso che non lasciava lavorare mia madre, fu l’arrivo di una sindacalista sulla nostra strada a cambiare la sua vita, fu lei a convincerlo che non ha ragione, una rivoluzionaria. Le donne capaci di rivoluzionare, migliorare il mondo.

A chi mi odia, lascio fare Dio.

A chi mi ha fatto del male, lascio fare a Dio.

Perché Lui solo lo sa che ho perdonato il male subito, perdonando, perdonando di tutto il cuore, perché se io non avrei perdonato di tutto il cuore, Lui non avrebbe guarito la mia ferita. Questa operazione miracolosa degna soltanto di Dio ha come effetto la cancellazione anche della cicatrice della ferita, solo Lui può farlo e non può farlo SENZA IL PERDONO DI TUTTO IL CUORE. Altrimenti come avrei potuto sopravvivere a tanta ingiustizia? Ci vuole una volontà di acciaio inossidabile, mai piegarsi alla vendetta, mai cedere all’odio, mai dare ascolto a chi ti spinge a reagire alla violenza con violenza, alla menzogna con menzogna, alla cattiveria con cattiveria: è il pane avvelenato del diavolo, solo lui è maestro di odio. Odia la pace tra fratelli, tra amici, tra sposi, TRA NAZIONI.

AMA LA GUERRA, IL SANGUE INNOCENTE CHE CORRE e grida in continuazione a DIO. In verità ogni guerra è una battaglia tra bene e male tra DIO E SATANA, LA GUERRA non è farina del nostro sacco, la crudeltà non è del Dio della Pace cui Madre è Maria. Regina della Pace – basta riflettere UMANAMENTE. I Figli della luce non amano le tenebre, vogliono solo la pace, i figli delle tenebre finché in vita, possono ancora essere salvati, anzi Dio prega che anche loro si salvino, lascino cadere le armi, paghino per i loro falli e la PACE trionfi con la Sua benedizione. E’ verissimo che non c’è cosa più dura di tornare sui suoi passi chi ha molto sbagliato, sarà giudicato da chi non ha mai sbagliato, eppure il figliol prodigo Dio dice che il Padre lo amava, ha fatto festa per il suo ritorno, scotta il perdono – ma è necessario, Non arriva mai senza un vero pentimento, Dio non è un semplice uomo, conosce il cuore – l’anima di ciascuno – Lui ha creato l’essere umano.

               Da qualche mistica avevo letto che nel creare ciascuna anima, in alcune ha nascosto dei tesori – chi lo sa se non ha nascosto qualcuno anche nel tuo cuore, caro fratello, cara sorella? Dio non mene e onestamente nemmeno la storia dell’umanità se qualcuno l’avesse scritto senza taroccarla.

Dentro ciascuno di noi, ogni tanto un lampo di genio scintilla, qualcosa ci fa ricordare che nel nostro cuore custodiamo tesori che ancora aspettano di essere scoperti, a volte scopri per caso che sei bravo nel fare una cosa, a volte che puoi consigliare senza abbattere nessuno … Pensateci bene cosa vi è più naturale di fare, decisamente non è fare del male a qualcuno, anzi tutto al contrario.

Fatevi tempo per riscoprire dove esattamente vi siete persi, chi vi aveva spinto per fare una scelta piuttosto che quella del cuore? A che pro? Era sincero?

Com’è andata a finire a distanza di anni? Dopo 10, 20?

Si è rivelato per quello che era oppure?

Dio lavora a lungo raggio di tempo, lasciando a ciascuno il tempo per riprendersi, il tempo del ritorno su tuoi passi: in grande siamo di due categorie, coloro che promettono di fare e NON FANNO NULLA e coloro che subito ti chiudono la porta in faccia, non vogliono aiutarti, ma poi ripensano, si pentono e TI AIUTANO ANCHE VOLENTIERI NONOSTANTE prima si sono dichiarati contrari.

Dio lascia fare a tutti, rispetta sempre le nostre scelte, poiché la verità viene sempre a galla. Nessuno può guarire senza aver seguita la terapia del dottore, dottore delle anime nel nostro caso. Al malato, il medico prescrive non solo dei farmaci ma anche un nuovo stile di vita, se tu non predi né i farmaci, né vuoi cambiare vita, anche se menti te stesso, non fai del male al medico non seguendo le sue cure, ma a te.

Il mondo ha deciso che Dio non esiste, si contorce come un malato senza cure nel suo letto. Chi crede in Dio, non solo trova soluzioni ai suoi problemi, non solo non dispera ma è anche aiutato a volte paradossalmente, per volontà divina – poiché Dio solo può penetrare nel cuore umano, anche dai suoi nemici. Paradossalmente anche i suoi nemici saranno costretti per volontà divina a soccorrere, quanti milioni di casi del genere giacciono scritte negli archivi dei monasteri di tutto il mondo.

State tranquilli che non si è mai udito che perisca di fame un fedele della Madonna, colui che fa del bene. Se Dio permette una cosa del genere è perché ha destinato qualche corona del martirio per giudizi segreti di cui solo Lui è alla conoscenza. Si lavora per l’eternità e non per la sola giornata.

Buona festa dell’Immacolata a tutti coloro che onorano le feste della Madonna, la Signora di tutti i popoli!

Sono pezzi di storia vera, la storia non bisogna inventarsela laddove già esiste

Questo quartiere anche se è stato demolito e ad oggi hanno costruito palazzi nuovi, sotto queste costruzioni, la terra fu testimone di tutto quello che io ho raccontato – Stefan cel Mare n° 104 di Bacau, ROMANIA, in quel esatto periodo, era questo, io ne ero testimone e tantissimi altri.

Raccontare un po’ la storia del quartiere che plasma anime

Cari AMICI BUONGIORNO, BUONASERA

Qualcuno dirà, questa è “pazza”, se mi saluta con buongiorno, come farà a salutarmi anche con buonasera, SEMPLICEMENTE perché questo blog “vede” stando al numero delle nazioni individuate dalle statistiche interne, il programma di analisi del blog, 95 nazioni, mentre GOOGLE SEARCH Console www.carmenwebdesign.it  oggi 7 dicembre 2022 – 177 nazioni, dunque – AMICI è al PLURALE, tutti sconosciuti credetemi.

               Tolte le “cortesie” imposte dalle regole di civiltà, passo al sodo – io delle regole imposte, dei codici scritti per incanalare il mio essere, non ho mai tenuto conto, dall’alba della ragione – anzi forse anche per questo mi è servito la “gavetta”, nata in un periodo di dittatura atea, nel 1969 vi racconto un po’ … 

Mi ricordo ancora la volta quando da bambina mi furono imposte le 2 ore di sonno, “riposo” – quel tempo che per significava punizione, costrizione, imposizione … lascio perdere la terminologia.

<<Devi dormire 2 ore, mi rimproverava mia sorella maggiore – di 14 anni, l’unica sorella!>>. Ed io, una bambina, non comprendevo cosa significa esattamente quel 2 ore, lei invece per farmi capire “meglio” la nozione del tempo esatto, mi mostrò semplicemente l’orologio e mi spiegò: “quando le linguette di questo orologio saranno qui, puntò il dito, alla cifra 3, cioè le 15 per noi “esperti” nel tradurre – poi è uscita, poiché aveva da fare. Era la MIA “punizione”, la mia pena – stare a letto e non fare nulla.

E lo sai cosa ho fatto? Ho pensato un attimo, poiché avevo un appuntamento (ai vicini di casa era arrivato un bel ragazzo in visita ai parenti, un nipote – da una città di cui non sapevo nulla, amavo sentir raccontare, l’anima della sua città). Troppo bello per me, la trasgressiva e così ho preso l’orologio, subito ho capito che quel aggeggio poteva essere spostato, ho girato le linguette alle 3 precise, sono scesa dal letto, mi sono vestita, ho preso l’orologio in mano per dimostrare che è vero che sono le 3 e … dritta sono uscita dalla stanza.

Le abbondanti 10 minuti dal nostro ultimo discorso si erano trasformate in 2 ore, le ore della mia liberazione, potevo andarmene finalmente. Le lancette alle 3 e TUTTO REGOLARE. Libera finalmente.

Nella mia ingenuità, non vedevo il motivo per cui lei era arrabbiata, mi risuonano ancora suoi rimproveri:

<< non funziona così, hai girato tu l’orologio, il tempo non è passato, devi … >>.

<<Non hai detto che alle 3, quando quelle due saranno sul 3, sono sul 3, non vedi!>>.

<<Non funziona così, torna e vai a letto!>>.

Io ero, già alla porta, correvo al mio appuntamento – dall’altra parte ho imparato la pazienza, perché anche lui “godeva” dello stesso trattamento: <<Dorme!>> mi hanno detto i suoi.

 <<Posso aspettare qui?>>.  

<<Certo!>>

Forse mi hanno servito qualcosa e tra una parola e l’altra, lui si è svegliato e l’hanno lasciato uscire prima. Le regole ben accettate da altri, per me erano restrizioni pure. Lo so che dormire un po’ nel mezzo della giornata fa bene, ma io non sprecherei mai una buona lettura investigativa per un sonno imposto, se sono stanca dormo – anzi crollo, ma semplicemente all’ora in cui crollo e basta. Seguo l’orologio della mia natura, biologico.

Faccio una parentesi –

Ecco, colui che rispetta le regole, così ho aspettato, da sola, ammirando il giardino di quella famiglia benestante. Credo che l’investigare tutto su tutti mi è venuto naturale, da sempre: in quella occasione ammiravo la ricchezza, l’arte, mobili, il loro mangiare, il loro comportamento a tavola, l’uso elegante delle posate … Cercavo di comprendere se la felicità arriva solo ai ricchi, invece ho scoperto un altro mondo, doppi binari, vite parallele, gente incastrata, gente infelice, gente che si buttava nell’alcol per dimenticare il tradimento, la falsità, la corruzione.

Quando si nasce in una famiglia povera ma ONESTA – poiché ogni tanto il discorso dei soldi saltava fuori, in base alle mie esigenze, la voce di mio padre mi rimbombava: <<Io non ho soldi per questo, vuoi forse che vado a rubare? Quelli rubano, io no!>>. Per carità! Parola RUBARE era come BESTEMMIARE – non volevo sentirla nemmeno nominare, allergica al 1000%, come sul MENTIRE, INGANNARE, TRADIRE, TRUFFARE …

Ho incontrato i ricchi, ho vissuto tra i poveri, ho incontrato i ricchi che nati ricchi e coloro che si sono arricchiti con molto sforzo, la gente onesta e disonesta, ho incontrato il ricco che disprezza il povero, anche se la sua ricchezza fu solo ereditata, perciò mai un merito per averla, ho incontrato poveri che si sono arricchiti solo perché si vergognavano delle loro origini. Ho incontrato la gente che si vergogna delle sue origini, perché poveri – ma non si vergogna di cambiare pelle, rinnegare fratelli e genitori, perché non alla sua altezza.

Secondo me, un “personaggio” farà sempre più bella figura se è proprio questo quello che gli serve, essere se stesso e non sembrare chi non è mai stato. Anche se non sembra, anche i peggiori apprezzano chi non si vergogna della sua famiglia. L’onestà appaga sempre, altrimenti colui che ama solo essere adulato, ama anche essere mentito, non è segno di saggezza.

Nel mondo delle apparenze, bisogna saper camminare con piedi per terra e lo sguardo ed il cuore rivolti a Dio solo. Mi domandavo da dove avevo la consapevolezza che Dio c’è, che il mio pensiero gli è presente? Sentivo, come stavo male se dovevo mentire. Paragono la bugia ad un veleno e prego Dio di non doverla mai usare, non tanto per me, ma per svelare segreti altrui. Credo nella parola data, credo nel dover stare dalla parte della legalità sempre, non credo mai nella vittoria della menzogna e una certa età mi ha confermato la veridicità.

Il male che vediamo, sentiamo che viene comunicato sono come titoli di esami dati da terzi, oggi tocca loro domani tocca te, dopodomani me e così via. Ne ho avuto talmente tante conferme che giurerei in buona fede, poiché mi capitò più e più volte: tutta la storia che ci avvolge e una storia di verità, verità testimoniata, verità occultata. Per testimoniarla oppure per occultarla, chi non ha scrupoli rinnega l’evidenza, chi ha una coscienza, la testimonia, perché LIBERA. LIBERA il cuore, libera l’anima.

Chi vive nella menzogna è il più misero, schiavo del fatto suo che dovrà sempre occultare, schiavo di chi occulta quella verità per “aiutare” poiché saranno sempre legati da un patto diabolico, schiavo perché se è una cosa vergognosa rovinerà non solo la sua carriera, ma anche il nome della famiglia, suoi parenti, figli … Dovrà sempre pagare e ripagare per il silenzio TEMPORANEO, perché sempre spunterà un corno nuovo, una pretesa, un debito – un saldo, non finirà mai. Si farà mangiare l’anima pezzo per pezzo, con la pinzetta, e dovrà pagare sempre – perché tutta la situazione appoggia sul NULLA. Non esiste garanzia assoluta che nessun è alla conoscenza del resto della verità, se i terzi hanno raccontato ad altri oppure … Quando meno te l’aspetti spunta una nuova richiesta e fatti i conti – non finirà mai di tirare la linea finale.

Chi testimonia la verità, taglia le pretese dalla radice, sradica il tumore e onestamente se Dio vuole, mai senza la volontà di chi ci casca nei tranelli, si può sbagliare, può riprendere la vita vera, basta volerla. La paura di dire la verità, la vergogna è l’inizio di una possibile guarigione.

Molti vorrebbero liberarsi della menzogna come da un tumore, sradicarla completamente – è un percorso, soprattutto perché richiede la massima onestà.

Proprio perché sono nata e ho vissuto in quel quartiere, ho imparato molto sulla verità, sulla menzogna, non lasciatevi mai trascinare, non ne vale la pena, non per il posto fisso, non per diventare qualcuno. Se la tua strada è quella, non bisogna saltare la fila, entrare dalla porta del retro, grazie ai parenti, conoscenti, passare l’esame grazie a papà, cerca di passarlo per il tuo merito.

Cerca di fare quello su cui ti senti più portato naturalmente, Dio ha dato a ciascuno un DONO, per guadagnarsi da vivere, ma anche uno per la tua comunità, saprai fare qualcosa nel modo migliore degli altri, questa cosa ti verrà senza sforzo, più naturale di tutte le altre.

Mi madre mi aveva raccontato che al mio battessimo, hanno provato di farmi scegliere da un piatto quello che secondo l’usanza avrei fatto come mestiere: per tre volte, mischiate in ogni modo ho scelto i colori e la penna. Queste due cose mi vengono più naturali di ogni altra cosa, scrivere è come un fiume in piena che mi travolge, basta scegliere tre parole e rovescio … Tanti anni fa, avrei voluto scrivere gialli, ma non amo la violenza, non voglio nemmeno parlare, sentir parlare – voglio la pace, ho fatto tutta la mia infanzia da giudice di pace tra miei genitori, tra miei fratelli, tra chiunque nella mia vita mi capitò di dover conciliare.

Ho incontrato anche gente talmente corrotta che non gli rimase nemmeno un lembo di umanità da dove poter più iniziare il discorso, chi mentiva se e la sua coscienza, zittiva il suo grido. Purtroppo il denaro, come a Giuda, paralizza l’anima.

Questa tipologia di persone sono un cancro per la società, loro non vogliono guarire e a chi tenta di abbandonare la menzogna la tengono stretto con l’artiglio del diavolo, lo stesso che tiene loro, temono quanto la loro vita che la legalità potrebbe tornare, sarebbero guai. Così lavorano sempre e con ogni modalità per escludere tutti coloro che non fanno parte della loro cerchia, che non lavora come loro per la menzogna. Laddove entrano le istituzioni dello Stato vengono trasformate in azienda a conduzione familiare, tutti loro parenti e amici hanno priorità, il resto, non esiste. Non temono nessuno, perché le loro alleanze sono fitte, la rete ha le maglie piccole e non c’è istituzione dove qualcuno di loro conoscenza non sia lì per le loro utilità.

Il povero che rimane impigliato nella loro rete – trappola è come una colomba ferita, intrappolata, sanguina, non è soccorsa, anzi nemmeno esiste, facciamola sparire – una denuncia, va persa, cambiata. E’ il loro saper fare, tutto va liscio tra di loro, nulla si può per il povero, tutto è permesso al ricco, avrà una buona difesa, perché pagherà profumatamente.

Dio aggiusterà le cose a modo suo, capiteranno cose strane e quando Lui decide una cosa, nessuno può più muovere un dito.

Per esperienza di chi ha avuto a che fare sia con gente mediamente preparate sia con gente anche con due lauree, oltre la competenza, conta la lealtà, l’onestà e la coerenza, tutto il resto è nulla senza queste tre.

Lascio fare, lascio credere che non lo so, poi domando quale sono le tue intenzioni a lungo termine e se mi racconti più di una volta, la barzelletta che non si è potuto perché … un’altra barzelletta, dunque una sola volta in più (poiché un primo sbaglio va compreso, perdonato) persistere nella menzogna è diabolico. Ed io scelgo la verità, la luce, non la schiavitù della menzogna. Faccio questo con parenti, amici e a lavoro – ovunque vivo.

Quando si nasce in un certo posto, un certo quartiere tutto accanto a te influisce. E se tutto influisce su di me, temo che anche io ho influito sul mio ambiente, con l’esempio, con la mia vita. Come semplici cittadini, questo è il pulpito della nostra “predicazione”, a volte stando anche zitti si può alzare la voce oltre il coro. Mi rendo conto che tutto è in collegamento con tutto, in un modo o nell’altro – qualcosa cambia qualcuno. Cambiare è un atto di volontà, nulla deleghe.

Ero a strettissimo contatto con gente che andava a cadenza regolata in carcere, gente importantissima, zingari, una famiglia di ebrei – anche la nostra casa in affitto, popolare – era appartenuta agli ebrei, gente onesta e gente disonesta, gente alla porta cui potevi bussare alle 2 di mattino sicuro per il soccorso, gente di parola e gente senza parola, gente senza dignità e gente piena di umanità. Ho detto zingari come etnia, ma anche di questi con due tipologie, coloro con il porto che non cambia mai, il loro capo aveva avvertito di stare attento mio padre, perché questa bambina potrà esserti rubata. Per il tratto di una sola fermata di autobus, per 17 anni e 6 mesi ho vissuto in quel angolo del mondo. Poi ho cambiato le coordinate, più tardi anche la nazionalità, non ho mai finito di imparare e di costatare che sotto sotto i problemi sia ricchi sia poveri, è lo stesso. L’inganno ed il disinganno, il tradimento – la scoperta del tradimento, scoprire la verità oppure occultare la verità se è colei che fa male.

 La mia scuola di vita fu 24 su 24, tra una madre che rimase in ospedale per quasi 6 mesi, alla vigilia dei miei 11 anni al ritorno di una madre di cui ti prendevi cura, non tanto farmaci quanto la terapia psicologica. La depressione, una operazione sul cervello – mi dovevo inventare ogni giorno soluzioni per tirala su di morale, per smettere di piangere perché la pressione saliva sempre – giostrava tra 200/220.

Il cortile di casa

Era un cortile lunghissimo diviso per 7 famiglie, ciascuna aveva la sua casa dove dormire, solo due famiglie avevano questo grande balcone costruito di fronte alla casa – noi e alla nostra destra, la famiglia spia) ciascuno la sua cassetta estiva di fronte, più in fondo del cortile ciascuno aveva il suo magazzino dove depositava la legna, attrezzi da lavoro – atelier, finiva il cortile con solo quattro grandi giardini per coltivare, crescere un maiale, galline, tacchini, seminare  – diciamo che questo mancava per 2 o 3 famiglie, forse era destinato dall’inizio ai più numerosi, oppure ai più poveri, oppure sarà stato comprato da chi poteva permetterselo e basta. Il fatto sta che, tutti gli ebrei che sono andati via, abbandonando quelle proprietà, sono entrate in possesso dello Stato Romeno, trasformate in case popolare subito. Miei erano in affitto in casa alle spalle e semplicemente hanno traslocato girando alla sinistra, hanno abitato lì per 35 anni, io sono nata lì. Poi hanno demolito tutta quella zona, dando a ciascuno un altro appartamento popolare – ci hanno sparso un po’ ovunque, ci hanno dispersi. Per noi poveri fu quasi un bene, a parte non avere più la verdura fresca a portata di mano, riscaldamento a legna – ma per i ricchi, coloro che abitavano le ville con più piani era una tragedia. Mi sono inventata di tutto per visitare quelle famiglie, curiosa di vedere le loro bellezze interne, il loro design interiore, conoscere le persone che abitavano con quella bellezza. Volevo la conferma della felicità che regala la ricchezza, il povero la pensa così. Ma rimasi delusa, tutti avevano problemi, non ho trovato nessuno senza, chi per salute chi per varie e se non era una tragedia saper prossimo il tuo lavoro da una vita, svalutato e ricambiato con un semplice appartamento, non più una villa storica – sì, il comunismo ha fatto anche questo e ben altro.

Questi piani urbanistici hanno portato anche suicidio perché non tutti stavano con le mani in mano. Dovevano demolire anche la casa della mia sarta, di fronte al palazzo che ci hanno dato già in uso, tutta quella schiera di case nuove era prossima alla demolizione per costruire palazzi e palazzi … La sarta racconta che andò ad un prete per pagare una messa per 40 giorni perché quello non accada, il sacerdote ha detto prima ancora, questo non accadrà – la casa non sarà demolita. Infatti fu vero, il dittatore fu ucciso e la storia è conosciuta.

Abitanti della mia strada

Conoscevo gli abitanti della mia strada, lunga – nei particolari. Volevo sapere, conoscere, entrare nel loro ricinto e credetemi non finivo di stupirmi, quante cose ho imparato dal mio quartiere, quante lezioni di vita, tra grande umanità e crudeltà, tra bambine stuprate e parola divorzio, rapimento del bambino di una signora.

Questa bella donna con un figlio, in affitto dall’altra parte della strada, sempre elegante, con tacchi alti e compostissima, cortese – trasfigurata in una donna scalza, con capelli in disordine, distrutta – crollando, svenuta su marciapiedi, soccorsa dai passanti: <<Mi ha rubato mio figlio, mio ex marito!>>.

La mia amichetta, forse aveva ai tempi quattro anni e mezzo, io sei, madre e figlia erano in affitto – questo quartiere era un po’ strano, le dipendenze erano collegate con altri, per andare in cantina tua, dovevi passare da un altro, oppure era un semplice accordo per darti una mano e ti prestavano un posto nella loro cantina. Insomma, quella benedetta madre, aveva mandato semplicemente questa bella bambinella, in estate, vestita da bambina, tra cucinare e preparare la tavola, per un barattolo di sott’accetto dalla cantina OPPURE IN PRESTITO. Niente paura, il signor X, padre del maschietto con cui giocavo sempre, padre anche di una figlia, gente che conosci da sempre – quella volta si è trasformato in orco e la madre della bambina allarmata del non ritorno – ha scoperto quello che i genitori temono sempre – l’orco all’opera. Ore maledette – attimi maledetti, attimi che cambiano la vita per sempre.

Immaginate il quartiere sconvolto, esistevano le condanne sul posto di lavoro, non carcere. Mi ricordo quel fatto di dover incontrare giornalmente la persona che ti aveva fatto del male. Cercavo il segno lasciato nella bambina, l’anima del suo racconto, qualcosa che ha cambiato il suo modo di fare, ma non ricordo nulla, forse perché – e nemmeno questo ricordo, sono semplicemente sparite.

Sulla scena della mia infanzia, in questo quartiere pieno zeppo di novità, i personaggi entravano in scena come in una telenovela, a volte per una sola puntata, sarebbe a dire un solo anno, oppure stagione e poi scomparsi per sempre. Altri come personaggi fissi, erano lì quando sono venuta al mondo fino alla demolizione del “teatro della mia infanzia” – poi spazzati via dal sorteggio degli alloggi, dall’altra parte della città, deceduti prima della partenza. Mia madre è deceduta prima della partenza, non ha mai visto la nuova casa.

Quando hai poco meno di sei anni e senti dai tuoi compagni di gioco, compagni di asilo  – questi qui sono scomparsi dal quartiere subito dopo – La loro storia era bellissima, ai miei occhi, due famiglie di giovani, di cuginetti, hanno affittato due case accanto – le loro madri erano sorelle, giocavo con questi bambini giornalmente, volevo sapere la loro storia … Ad oggi non mi ricordo nulla, non perché ho perso la memoria, ma perché sono arrivati “sulla scena” in un lampo, poi è capitato il fatto e sono scomparsi, non si sopravvive sempre allo scandalo. Era uno scandalo, per me una novità inaudita.

E’ capitato SEMPLICEMENTE così: un bel giorno, una delle due donne, ha trovato nel suo letto, il suo marito con suo cognato. Tutto qui, SEMPLICE, “SEMPLICE”. Il cielo si è aperto, si è scatenato l’inferno e da quel giorno si sono separate, hanno separato i padri di famiglia dalla vita dei loro figli. Vai a raccontare al bambino che da oggi tuo padre non sarà più tuo padre, per te sarà come morto? Provaci a smontare, scervellare un bambino interdetto da ogni contatto con suo padre, cambia città, le cose una volta erano interpretate in modo diverso. Il divorzio, una vergogna. Donne che si sono lasciate massacrare per la vergogna di non divorziare, tanta violenza tra le mura domestica, troppa … Quante devastazioni nell’animo di un bambino causate dai grandi, infanzia bruciata.

La coppia di anziani, senza figli che non hanno mai litigato nella vita, nella notte di Capodanno, lui ha spinto lei, lei ha battuto la testa dal termosifone ed è morta sul colpo, omicidio.

Il fratello che ha abusato la sorella; il padre che abusava della figlia – la “telenovela” arricchiva di particolari, tutti veri purtroppo.

La cantante che era l’amante, la moglie che è arrivata per picchiarla, poi anche questa è scomparsa dalla scena. Un’altra donna che poi finirà per essere trovata sotto un ponte, un delitto che finirà con autore anonimo.

Ci fu anche il decesso di un anziano padre: l’ultimo sguardo fu il mio. Le sue figlie parlavano dei loro problemi ed io ho chiesto dove sta il malato, il malato che stando al loro racconto, <<non moriva>>, un mese di sofferenza e non moriva. Sono entrata nella sua “cella” sembrava quasi una cella da eremiti – quel letto con la finestra in alto alla destra del malato, un solo tavolo con una brocca d’acqua, un bicchiere – non so se ho chiesto se vuole acqua … L’ho guardato negli occhi, era sveglio, un paio di occhi affossati ma limpidi, non parlava, forse non aveva la forza, mi ha guardato anche lui con uno sguardo sereno e suoi occhi si sono riempiti di lacrime, forse cercavo qualcosa per asciugarlo quando sento il suo respiro – quasi sospiro, una, due, tre volte e NULLA – TUTTO QUI. Ho sentito tanto sollievo, sollievo è la parola giusta.

Sono andata in punta dei piedi tra le due sorelle che ancora discutevano, questioni da fare (una delle due aveva il marito in carcere) e accenno che ha sospirato in un modo strano, non usato il termine morte, no. Sono andate di corsa e gridavano e piangevano – io sono andata via, avevo appena assistito alla morte di una persona sconosciutissima, prima e ultima volta quando vedevo quel uomo da vivo, nelle foto, da giovane – mai in carne ed ossa. La morte come un sospiro, non mi aveva fatto minimamente paura, con una dignità disarmante. Ero vestita ancora con la divisa di scuola, liceo, 16 anni – l’anno prossimo morirà mia madre … Nessuno riflette alla morte dei propri genitori, poiché ci crediamo anche noi, come nostri genitori, immortali, ed è vero – l’anima è immortale, solo questa carne andrà a riposarsi per un po’ – tutto qui.

Tra ricchi e poveri, nasce spesso l’ingiustizia creata da chi è ingiusto, usa conoscenze per coprire ingiustizie e crea il ribrezzo del povero per la giustizia calpestata

 Per alcune stagioni sono apparsi la famiglia degli informatori di polizia, coloro che riferivano ogni movimento nel quartiere, ci fu qualche arresto – grazie alle loro soffiate. Parlo di arresti di gente innocente e di gente malata che spiava, paranoici. Si dice che nessuno sospetta più del ladro, poiché la sua natura è corrotta a tal punto che vede solo tentazioni e inviti a professare il furto. Questa coppia di informatori, la donna aveva un certo debole per me, mi aveva raccontato dopo qualche anno, quando la sua fiducia in me era più grande, il metodo con cui aveva fatto arrestare alcune persone.

Avevo notato che dopo la visita di altri parenti, questi abitavano al mare – avevano un figlio della mia età, e qui sempre io ero presente alle loro scene, il cognato aveva toccato il braccio della donna, all’indomani era un lividone da spavento, sembrerebbe un massacro, invece falso allarme. Ha detto che soffriva di una malattia, capillari fragili, basta una minima pressione e diventano tutte prove di massacri mai avvenuti. Quando voleva incastrare qualcuno, pagava testimoni che apparivano dal nulla, provocava la persona e mentre lei aggrediva verbalmente, alzava le mani e aspettava che l’intrappolato prenda il braccio – anche per difendersi ed era fatta, l’incastro perfetto.

Aveva intentato un processo anche a mia madre. Carmen ha scritto sul mio lenzuolo parole offensive! Mia madre andava a quel processo, avevo chiesto, perché prima non sapevo perché, qual era l’accusa. Una volta sentita, ho semplicemente detto: <<Ma come potrei essere io l’autore della scritta, io ancora non vado a scuola. Mente!>>. Perché la gente non ragiona? A questo processo, prestò falso giuramento la madre della mia collega di banco e così mi sono trovata a dover rinunciare all’amicizia, non andare più a fare compiti insieme perché sua madre era bugiarda. Dopo tanti altri anni la verità fu scoperta, smascherati i bugiardi.

Ogni volta quando uscivano di casa, prima usciva lui, dopo un tempo ben preciso usciva lei e vedevi che fa tante di quelle operazioni al catenaccio, lega e lascia segni di ogni genere, finalmente usciva lei come una ladra – per chiudere la porta del cortile, per ricongiungersi con lui dopo un altro tratto. Lui sempre nascosto dietro qualche albero per spiare – poi la loro camminata era di due che scappano, attiravano l’attenzione a tutti, sulla nostra strada tutti sapevano che fanno la spia. A me facevano ridere, poiché attiravano l’attenzione più di uno che indossa la pelliccia in estate: facevano ridere e basta. Avevano avvelenato il cane del cortile perché impediva questo assurdo rituale giornaliero.

Quella donna odiava mia madre con tutta se stessa e volevo sapere perché. Mia madre aveva raccontato che lei fu molto amica della ex moglie di questo vicino di casa, la sua bellezza non riuscivo a capirla. Perché si sono lasciati? Semplicemente perché la ex moglie aveva una bellissima figlia, da una relazione e lui un maledetto giorno ha abusato di questa figlia. La donna era una cantante famosa di romanzi e mia madre che non gli mancava la voce, cantava tutti i giorni – solo ed esclusivamente il repertorio di quella cantante. In più, ogni volta che veniva in città per qualche concerto, mia madre andava, in più riferiva tutte le novità riguardanti l’ex marito e la nuova compagna. La nuova compagna – aveva un figlio ballerino – che poi ha abbandonato il ballo e forse prese carriera militare.

Questa parte della storia capitò prima della mia nascita, la figlia in causa aveva l’età di mio fratello, 16 anni più grande di me, andavano a scuola insieme. L’odio di morte verso mia madre andò talmente nel tempo fino al giorno in cui fu veramente sepolta: partiti tra i primi alla assegnazione dei nuovi alloggi, stabilita la data della demolizione – a febbraio 1987 – mia madre è mancata a gennaio, l’ho vista spiare all’angolo del ricinto per VEDERE la barra di mia madre, per convincersi che era vero che è morta la sua rivale, era morta finalmente. Io non ho mai sentito odio verso questa famiglia, nonostante il male causato, paranoia – si può odiare una coppia di paranoici?

Parlando di mio fratello, della storia di quel quartiere, un’altra ragazza è morta tornando dalla scuola. Un pezzo di strada andava fatto lungo una fabbrica di scarpe, <<Partigiano>>, lì mia madre era contabile, più tardi mia sorella farà designer nella creazione di scarpe donna, uomo, bambino. Completa lavorazione, dal grezzo al prodotto finito del pellame e sulla strada canali, tombini. Qualcuno, fatalità ha tolto uno di quei coperchi, era collegato con quei bacini dove il pellame veniva trattato termicamente, acque bollenti e nauseanti: immaginate una bella bambina che tornando a casa dalla scuola insieme ad altri bambini cammina all’indietro, anche a me è capitato per colpa del vento – passo dopo passo e cade lì. Un tragico incidente, morta così. Era l’amichetta del cuore di mio fratello, era bravissima – voleva fare l’attrice, recitava davanti allo specchio per ore, convincente, copriva mio fratello ogni volta quando non andava a scuola. Lui partiva VERSO la scuola, ma non andava a scuola e TORNAVA quando tornano tutti i ragazzini dalla scuola, ma lui da un altro posto. Aveva scoperto un maneggio di cavalli dei zingari, andava a giocare con cavalli, a scavalcare, mi confiderà più tardi.

Questa ragazzina giocava il ruolo di colei che portava i compiti da fare e mentiva mia madre che mio fratello andava a scuola. Solo raramente si parlava tra genitori e maestri, altri tempi. La sorella della bambina che recitava giornalmente per diventare attrice e che poverina è morta così tragicamente  – più tardi diventerà una giornalista famosa, mio fratello calciatore e altri suoi tre amici di calcetto.

Per avere il permesso di andare agli allenamenti, doveva addormentare me. Tra calciatori, cantanti, strumentisti, alla destra la famiglia delle spie, alla sinistra chi esercitava con una band da ristorante e feste private … Il giorno in cui stavo per annegarmi perché svegliata in pieno inverso sono salita sul balcone di legno e scivolato nel bidone di acqua piovana tutto lastra di ghiaccio. Ho vissuto per anni la paura di annegarmi mentre mio fratello tra una stagione e l’altra di calcio mi racconta: <<Come, non ti hanno raccontato che stavi per annegarti e ti ha portato a casa sua la Signora X?>>. Ecco perché avevo paura dell’acqua, paura di annegare, perché era già accaduto, niente nonna, deceduta da poco, hanno cambiato l’orario di scuola, liceo – di mia sorella. Non avevo ancora l’età di ammissione all’asilo nido, era un anno e 8 mesi – oppure 18 mesi.

Asilo nido era di fronte alla mia casa, bastava attraversare – anche lì ho fatto saltare il cuore all’autista di un tir. Avevo visto mio padre arrivare a casa dall’altra parte della strada – io ero all’asilo, sono scattata dal gruppo diritta verso di lui, senza pensare alla strada, al traffico al tir che mi si è fermato al centimetro, quella montagna di tir, con la coda dell’occhio alla mia sinistra una forte frenata. Da quel giorno niente arrivi a casa in orari insoliti, niente giocare con bambini da parte della strada.

Ho visto ai tempi la mia direttrice di asilo nido, parlare col dittatore era in visita nella mia città, Bacau. Ha fermato la macchina ufficiale e ha voluto bere acqua da una fontana automatica, era estate, qualcuno doveva premere e fu la nostra direttrice. Ha colto l’occasione per spiegare che bisognava costruire un asilo nido urgentemente per i figli dei lavoratori della fabbrica. Ragazzi a settembre eravamo traslocati, tutto nuovo di zecca e niente badare alle spese. Solo chi non vuole non può. La direttrice era ebrea ed ero la sua confidente, la sua massaggiatrice, amava sentirmi raccontare mio padre, la sua amante e come gli avevo smascherato … Mia madre diventò la contabile del asilo nido e così il bilancio e lavori di chiusura, le domeniche a lavorare in fabbrica, il lavoro portato a casa – quei fogli immensi tutto scritto a mano, con una grafia da pittrice – aveva studiato 4 anni la Scuola Popolare d’Arte, pittura, segretaria della scuola del suo paese in campagna prima di sposare mio padre, per amore. Il meccanico auto rozzo ma bello e la contabile pittrice che abbandona tutto per amore. Un padre geloso che non lasciava lavorare mia madre, fu l’arrivo di una sindacalista sulla nostra strada a cambiare la sua vita, fu lei a convincerlo che non ha ragione, una rivoluzionaria. Le donne capaci di rivoluzionare, migliorare il mondo.

A chi mi odia, lascio fare Dio.

A chi mi ha fatto del male, lascio fare a Dio.

Perché Lui solo lo sa che ho perdonato il male subito, perdonando, perdonando di tutto il cuore, perché se io non avrei perdonato di tutto il cuore, Lui non avrebbe guarito la mia ferita. Questa operazione miracolosa degna soltanto di Dio ha come effetto la cancellazione anche della cicatrice della ferita, solo Lui può farlo e non può farlo SENZA IL PERDONO DI TUTTO IL CUORE. Altrimenti come avrei potuto sopravvivere a tanta ingiustizia? Ci vuole una volontà di acciaio inossidabile, mai piegarsi alla vendetta, mai cedere all’odio, mai dare ascolto a chi ti spinge a reagire alla violenza con violenza, alla menzogna con menzogna, alla cattiveria con cattiveria: è il pane avvelenato del diavolo, solo lui è maestro di odio. Odia la pace tra fratelli, tra amici, tra sposi, TRA NAZIONI.

AMA LA GUERRA, IL SANGUE INNOCENTE CHE CORRE e grida in continuazione a DIO. In verità ogni guerra è una battaglia tra bene e male tra DIO E SATANA, LA GUERRA non è farina del nostro sacco, la crudeltà non è del Dio della Pace cui Madre è Maria. Regina della Pace – basta riflettere UMANAMENTE. I Figli della luce non amano le tenebre, vogliono solo la pace, i figli delle tenebre finché in vita, possono ancora essere salvati, anzi Dio prega che anche loro si salvino, lascino cadere le armi, paghino per i loro falli e la PACE trionfi con la Sua benedizione. E’ verissimo che non c’è cosa più dura di tornare sui suoi passi chi ha molto sbagliato, sarà giudicato da chi non ha mai sbagliato, eppure il figliol prodigo Dio dice che il Padre lo amava, ha fatto festa per il suo ritorno, scotta il perdono – ma è necessario, Non arriva mai senza un vero pentimento, Dio non è un semplice uomo, conosce il cuore – l’anima di ciascuno – Lui ha creato l’essere umano.

               Da qualche mistica avevo letto che nel creare ciascuna anima, in alcune ha nascosto dei tesori – chi lo sa se non ha nascosto qualcuno anche nel tuo cuore, caro fratello, cara sorella? Dio non mene e onestamente nemmeno la storia dell’umanità se qualcuno l’avesse scritto senza taroccarla.

Dentro ciascuno di noi, ogni tanto un lampo di genio scintilla, qualcosa ci fa ricordare che nel nostro cuore custodiamo tesori che ancora aspettano di essere scoperti, a volte scopri per caso che sei bravo nel fare una cosa, a volte che puoi consigliare senza abbattere nessuno … Pensateci bene cosa vi è più naturale di fare, decisamente non è fare del male a qualcuno, anzi tutto al contrario.

Fatevi tempo per riscoprire dove esattamente vi siete persi, chi vi aveva spinto per fare una scelta piuttosto che quella del cuore? A che pro? Era sincero?

Com’è andata a finire a distanza di anni? Dopo 10, 20?

Si è rivelato per quello che era oppure?

Dio lavora a lungo raggio di tempo, lasciando a ciascuno il tempo per riprendersi, il tempo del ritorno su tuoi passi: in grande siamo di due categorie, coloro che promettono di fare e NON FANNO NULLA e coloro che subito ti chiudono la porta in faccia, non vogliono aiutarti, ma poi ripensano, si pentono e TI AIUTANO ANCHE VOLENTIERI NONOSTANTE prima si sono dichiarati contrari.

Dio lascia fare a tutti, rispetta sempre le nostre scelte, poiché la verità viene sempre a galla. Nessuno può guarire senza aver seguita la terapia del dottore, dottore delle anime nel nostro caso. Al malato, il medico prescrive non solo dei farmaci ma anche un nuovo stile di vita, se tu non predi né i farmaci, né vuoi cambiare vita, anche se menti te stesso, non fai del male al medico non seguendo le sue cure, ma a te.

Il mondo ha deciso che Dio non esiste, si contorce come un malato senza cure nel suo letto. Chi crede in Dio, non solo trova soluzioni ai suoi problemi, non solo non dispera ma è anche aiutato a volte paradossalmente, per volontà divina – poiché Dio solo può penetrare nel cuore umano, anche dai suoi nemici. Paradossalmente anche i suoi nemici saranno costretti per volontà divina a soccorrere, quanti milioni di casi del genere giacciono scritte negli archivi dei monasteri di tutto il mondo.

State tranquilli che non si è mai udito che perisca di fame un fedele della Madonna, colui che fa del bene. Se Dio permette una cosa del genere è perché ha destinato qualche corona del martirio per giudizi segreti di cui solo Lui è alla conoscenza. Si lavora per l’eternità e non per la sola giornata.

Buona festa dell’Immacolata a tutti coloro che onorano le feste della Madonna, la Signora di tutti i popoli!

Sono pezzi di storia vera, la storia non bisogna inventarsela laddove già esiste

Questo quartiere anche se è stato demolito e ad oggi hanno costruito palazzi nuovi, sotto queste costruzioni, la terra fu testimone di tutto quello che io ho raccontato – Stefan cel Mare n° 104 di Bacau, ROMANIA, in quel esatto periodo, era questo, io ne ero testimone e tantissimi altri.











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