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Lettera al nostro fratello Giuda, onestamente e cristianamente parlando …

Nella lettera al nostro fratello Giuda, saranno inserite ogniqualvolta troverò casi, articoli, parole di edificazione, per i fratelli che odiano, uccidono, tradiscono i valori universali della fratellanza, delle novità. Novità senza alcun termine di scadenza.

Qui voglio inserire una particolare spiegazione delle forze occulte, inventate come <<una sorta di azienda del terziario del crimine a disposizione di qualsiasi Stato o parastato>> . Il professor Nicolò Amato, pubblico ministero al primo dei processi dell’attentatore di Papa Giovanni Paolo II, 13 maggio 1981, in articolo firmato di  Lorenzo Bertocchi nella rivista <<il timone>>, n. 206 – maggio 2021, articolo intitolato “Fuoco da Est o da Ovest – L’attentato a Giovanni Paolo II dopo quarant’anni rimane un mistero. Ma era tutto già scritto nel biglietto di rivendicazione del 13 maggio 1981 ”.

“ … era un terrorista provato, membro dell’organizzazione dei Lupi grigi, si formano in appositi campi di addestramento dove sono sottoposti a sollecitazioni molteplici. Mi spiego meglio, perché il punto, a mio parere, è fondamentale. L’ambiente intorno a questi campi di addestramento è fortemente animato e orientato da potenze straniere e servizi segreti di mezzo mondo. Questi campi di addestramento sono attraversati da interessi economici e politici enormi, e chiunque voglia servirsi della pistola di uno di questi terroristi non ha bisogno di chiamarlo direttamente e incaricarlo esplicitamente.

E come funziona allora?

<<All’interno di quel clima tutto particolare, basta muovere i fili giusti. In maniera indiretta. Anonima. Basta anche solo alzare il volume sul bersaglio da perseguire e trovare orecchie pronte, animate da fanatismo e protagonismo …  >>.

 Ma avete mai saputo quale fu il dialogo tra l’attentatore e il grande santo, Papa Giovanni Paolo II?

Sentite qui la spudoratezza di Ali

“ Ebbene il 27 dicembre 1983 Giovanni Paolo II volle andare a trovarlo. Il Papa stesso ha raccontato: <<Ali Agca mi chiese a bruciapelo: perché non sei morto? L’attentato era stato preparato nei minimi particolari, il colpo era ben diretto al cuore. Perché non sei morto?>>.

Di fronte a questa spudoratezza, chiunque si sarebbe alzato e avrebbe sbattuto la porta. Giovanni Paolo II rimase sereno ed evangelicamente rispose: << Non sono morto perché al di sopra del potere della tua rivoltella c’è il potere di Dio e c’è la protezione materna della Madonna>>. Meravigliose parole! Precedentemente pochi giorni dopo l’attentato, Giovanni Paolo II aveva confidato: <<Mentre una mano omicida sparava per uccidermi, una mano Materna ha fermato il Papa sulla soglia della morte>>. E’ stato veramente così.

Che dire delle parole dette in ambulanza? Ebbe la forza di dire: <<Perdono il fratello che mi ha sparato!>>, chiama fratello colui che voleva ucciderlo prima. – confidenze di Cardinale, Arciprete emerito della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano,  Angelo Comastri.

Ci saranno “pezzi di storia” tra etnie e religioni diverse che collaborano per salvare il fratello di altra religione, caduto nelle mani dei predoni, nel nome di questa fratellanza universale.

Badate bene che dietro ogni macchinazione di portata mondiale che abbia come scopo lo sterminio di una sola famiglia umana, c’è un’intelligenza diabolica. Non è farina del nostro sacco concepire, costruire la macchina della distruzione degli esseri viventi, con tutti suoi regni: umano, vegetale, animale, minerale … Non è, l’odio, l’invidia, uccidere – nemmeno per il fin di bene, farina del sacco di nessuna religione. E già, sembrerebbe una contraddizione, eppure non lo è.

Papa Giovanni Paolo II, ad oggi, santo, ha chiesto il grande perdono, una cosa inaudita prima.

Lo scrive chi è nata e cresciuta in un regime comunista, ateo.

                In Romania, il comunismo non è riuscito a vincere la fede del popolo. Indagate se nello stesso periodo della dittatura si è mai sentito di fare un matrimonio, battesimo, funerale, senza andare in Chiesa, senza un sacerdote. Se qualcuno dei “grandi di turno” è mai stato sepolto senza un sacerdote e funerale cristiano. Io non ho sentito, mai nella mia zona, nord-est Romania. Molto utile per le verità mai conosciute ai tempi, spiegazioni il perché della collaborazione con il regime comunista della Chiesa, trova riscontro nel libro <<Racconti danubiani, Chiese dell’est comunista dalla persecuzione allo smarrimento>> di Francesco Strazzari. Molti enigmi hanno trovato risposta in questo libro indagine, dove l’onestà intellettuale ripaga i mille uno dubbi. Per i miei connazionali, vale la pena averlo, leggerlo, anche per i loro nipoti.

La nostra fede ha radici piantate al contrario, nell’alto dei Cieli, non nella terra tremante. La mia fede non è “nata” dai libri, che non esistevano in commercio, anzi non ho avuto una Bibbia in mano prima dei 18 anni, nessuno ne aveva nella zona. Forse era una “condizione” imposta dal regime comunista, nemmeno questa era alla conoscenza del popolo. E’ una fede tramandata oralmente, praticata, vissuta. Se tu da bambino sei cresciuto con il culto del rispetto per le anime dei defunti della tua famiglia, praticando l’elemosina ai poveri, era più di una predica dal pulpito, finita e ognuno viva come vuole. No, mai. La solidarietà, la carità erano requisiti base per mantenere la fede. Mi guardo oggi intorno e mi rendo conto di quanto si è perso, tra senso e valore della vita, di ogni vita.

Come si può spiegare che il sacerdote veniva sempre per la benedizione della casa, all’Epifania con acqua benedetta – ognuno aveva il suo bicchiere, dove gli veniva lasciata, a Pasqua? In pieno regime comunista? Non è una contraddizione? Nessuno mi ha mai fermato – non c’era nessuno all’ingresso della Chiesa. Posso dire chiaramente che nessun testo scolastico, che sfiorava la parola Dio, la fede, la spiritualità, andava inserito nel programma, di questo siatene sicuri. Il programma scolastico andava controllatissimo, che non sia mai – che esista minima allusione alla fede, carità, Dio, la Madonna … Ammessi solo autori che

non alludono all’esistenza di Dio. Devo confessare che anche dopo la “caduta”, si fa per dire, perché non è che l’apparato abbia mai fornito i nomi e cognomi dei componenti suoi e del suo unico partito piantato lì da decenni, con eredi compressi, al popolo. Uscite, entrate del personale, solo loro avevano il nome. Non in vano, anche dopo qualche decennio, non si era venuti a capo di chi era dietro quei nomi in codice, con tanto di commissioni di ogni genere. Fu scoperto per “esclusione” per semplice logica umana e di buon senso e così si è rivelato che fu uno di quelli più stimati e tenuti per onestissimo – un Giuda a tempo pieno. Peccato. Vedete, sarà da “perdere” più tempo con depistaggi di ogni genere, ma la verità, odiata, schernita, rinnegata, con suoi piedi di piombo, arriva sempre. E se vi pare che questo non accade, non ai vostri occhi, orecchi è semplicemente perché si trasforma in testamento, eredità da chi sarà dopo di voi, perciò, statene sicuri che la verità arriva e schiarisce ogni ombra di dubbio, non porta con se, né <<ma>>, né <<forse>>, mette punto.

A tutti quelli che hanno taroccato la storia, nei libri e documenti, diciamocela da cristiani, hanno dimenticato del grande archivio che è nelle mani di Dio, dei testimoni con numero sterminato, invisibili all’occhio umano, hanno dato grande dolore al loro angelo custode, incaricato con la sua salvezza. Sapete che ogni angelo custode veglia il corpo del defunto a suo carico, le spoglie dei defunti, sono sacre, soprattutto se nella vita hanno consumato l’eucaristia, diventano come un Tempio dello Spirito Santo. Permetterà il Signore che il Suo Tempio sia trasformato in una spelonca di ladri? In modo invisibile ai nostri occhi, un altro mondo opera per il bene di ciascuno, sempre con il nostro accordo, il nostro libero arbitrio.

Ad oggi, il cristianesimo sembra una cosa da poco, eppure il vero cristianesimo, quello creduto e praticato integralmente e non solo part-time e solo tra i miei parenti, ha una larghezza e una profondità sconfinata.

Devo dire con la mano sul cuore che del cristianesimo di facciata, ipocrita e di parte, non ne potevo più. Dei auguri con il coniglietto di Pasqua e la befana all’Epifania, quello che toglie il Crocefisso dal muro per non offendere chi è di altra religione (in casa propria) come se tu, cristiano, andando a vivere in altro paese di altra religione, hai il potere e coraggio di rinfacciare la loro religione, qualunque sia, perché ti “offende a te”. Chi ha rinunciato a fare il Presepe perché “offende” chi non ha alcuna idea di cosa ha significato IL PRIMO PRESEPE al mondo ideato dal PRIMO STIGMATIZZATO AL MONDO, che è il SANTO PATRONO D’ITALIA, il poverello di Assisi, San Francesco, conosciutissimo in tutto il mondo. Non l’hanno chiesto i comunisti in pieno regime e capita in piena libertà?!

                Non amo il cristianesimo che impone tasse. In Romania ho avuto una “discussione” sul tema dei soldi da pagare con un sacerdote cattolico, quando ha  ”ammonito”: <<Per questo non ti aiuta Dio, perché non hai pagato la tassa>>. Quella di cui parlava era una sopratassa, un oltre, per comprare del oltre. Un magazzino di abiti di seconda mano arrivate dall’Italia, era a pochi metri, nel cortile della parrocchia e a dircela tutta non costavano nemmeno poco. Dunque non c’era il pericolo di mancare il denaro, lì, in quella circostanza.  <<Temo che parliamo di un altro Dio, ho detto. Il Dio in cui io credo, a cui io mi rivolgo, è il Dio dei poveri e abbandonati; i soldi di cui mi accusi che ti devo dare in più, ti ribadisco sono stati destinati alla donna che era paralizzata a letto da qualche anno, dunque non mi deve dire Lei che “Dio non mi aiuta”, perché non ho tolto i soldi della paralizzata per portarteli a te. Dio lo sa che racconto il vero. Conoscevo bene i genitori del sacerdote, gente ricca. Chi è cresciuto senza alcuna mancanza, ha tutt’altra percezione della vita reale.

Mi sono lamentata col Signore per questa scena. Per dire che ero andata per stabilire l’appuntamento concordato per la benedizione della casa, ma che per un loro sbaglio, risultava che sarebbero già venuti. Ed era in quel momento che prendeva i miei dati, un nostro “dossier” dove lui ha iniziato a leggere, dove e cosa lavoro e quanto secondo lui avrei guadagnato. Era uno dei vice parroci.  Sono diventata “cattiva” e ho detto che in quel suo “dossier” non è scritto nulla sui problemi che ciascuno di noi soffre per colpa di terzi, inclusi i soldi che qualcun altro avrebbe dovuto portare e che non arrivavano mai, perché, perché … E mi scocciava dover raccontare tutta quella storia già triste in se, con la porta aperta e tantissime persone in coda – testimoni involontari. Era diventato rosso di rabbia, perché ho detto che il Dio di cui lui parla, io non lo conosco, il Dio delle tasse inferocito non esiste, non è un Dio cristiano, non è Gesù Cristo. Non è venuto più nessuno a benedire la casa in quel anno, perché sono uscita dalla porta della parrocchia e da lì a poco anche dalla Romania.                 Prima di partire però, sono ripassata a salutare la Chiesa ed incontrare il Parroco, di cui avevo grande stima, Isidor Dasca. Era un venerdì, avevo solo mezz’ora prima di partire verso Italia, ho voluto salutare Il Signore nel Suo Tabernacolo ed entrare nei uffici per qualche indirizzo che poteva tornarmi utile comunque. Vicino c’era una congregazione di suore, dovevo uscire ed entrare di nuovo. Ho chiesto di incontrare la reverenda madre per avere qualche indirizzo, telefono a Roma. NON AVEVA ALCUN NUMERO, ALCUN INDIRIZZO da fornirmi, a Roma. Non avevo alcuna raccomandazione, ero io con me stessa e certamente il mio angelo custode. Decisamente sono partita con altri piani, il Signore però mi voleva per tutt’altre faccende, perché sapeva che se “questa qui” inciampa nei predoni, trova mille una modalità per smascherarli. E non aveva torto. Ho sempre avuto da lottare contro la menzogna, anche sotto il tetto di casa. Se mi avesse dato Lui una mano, quante volte avrei lasciato perdere tutto. Quando “mollavo un po’”, lasciavo il braccio morbido, mi portava alla conoscenza dei piani della scongiura e mi offriva tutte le occasioni e le persone con cui avrei potuto collaborare per vincere miei nemici. A volte è bastata una sola persona, una sola, come Dio comanda. Mi fu sempre detto, anche dal mio padre. <<Saresti in grado di mandarmi in galera, tu e la tua giustizia, tu e la tua verità!>> e già. Però gli avevo risposto che l’avrei visitato sempre e non gli avrei fatto mai mancare nulla, né materialmente, né spiritualmente. Non ci fu mai bisogno di arrivare a tal punto, ma lui sapeva che per qualsiasi cosa non in regola, non avrebbe mai potuto contare su di me, mai. Dio mi è testimone. Non sapevate che la parola vera è il sacerdozio che Dio ci aveva dato sul creato? La verità è come una sostanza vivente, come un nutrimento dell’anima, un “integratore” per ogni forza. La menzogna avvilisce, avvelena, intossica la circolazione, il buon funzionamento del nostro corpo umano, nella sua integrità: corpo, anima, spirito. Non vale tutto l’oro del mondo, la pace dell’anima, la

coscienza pulita. Una parentesi  allargata, fui ingannata dall’inizio nel prezzo del biglietto: ho pregato il Signore per il grande dispiacere che mi aveva creato quel non dico altro, che rimanga lì, tutti vanno avanti dei affari, lui rimanga lì, fermo, inchiodato nella sua menzogna. Per anni guardavo il suo ufficio lì, la sua agenzia di viaggi della menzogna lì, e tutta l’architettura attorno cambiare. Fisso, inchiodato dalla sua stessa menzogna. Grazie Signore perché ha meritato questo posto, l’ha “sudato”.

                Ritornata senza nulla in mano, è stato lui ad aprirmi, in mattinata con la porta ancora chiusa, sentendo il motivo, andavo verso Roma, Ostia Antica.  Non ti ha dato alcun indirizzo? <<Adesso trovo io qualcosa, un momento>>. E arrivato con un almanacco  mi dettò l’indirizzo e un numero di telefono, che ad oggi dopo aver telefonato, potevo saltare da un ponte dopo ed era tutto finito. Nulla, nemmeno la speranza di <<vediamo domani, fammi cercare, fammi pensare>>, nulla, un no, mi dispiace e basta.

  Aspetta, aspetta, non si parte così, bisogna farti una benedizione, una benedizione speciale e portò l’aspersorio e pregò su di me, sulla mia testa, sulla mia anima e solo il Buon Dio e la Sua Madre sapevano quanto bisogno c’era di quella benedizione. Qualche anno dopo ho sentito che era diventato il decano della Città, della mia città, Bacau.

Padre Isidor Dasca, Decano di Bacau, Romania

Un sacerdote architetto e poeta, usava recitare sempre qualcuna delle sue creazioni in varie occasioni speciali. Con lui avevo un dialogo aperto, fu lui ad insegnarmi di dire, al posto di ogni altro saluto di partenza: <<Lodato sia Gesù, Giuseppe e Maria!>>. Tu devi salutare così, cosa significa <<arrivederci>> tra cristiani, tu devi salutare così, sempre: <<Lodato sia Gesù, Giuseppe e Maria!>>. Dai, ripete, ed io come un scolaro che si vergogna, ho ripetuto a voce bassa, no, più forte, fatti sentire, con più animo, con fede e gioia, mica ti vergogni di essere credente, dai: <<Lodato sia Gesù, Giuseppe e Maria!>>.  La risposta dell’altro è: <<Sempre siano lodati!>>. Tra altri viaggi di andata ritorno, Romania – Italia, un altro sacerdote che arrivò più tardi, di sua iniziativa ha voluto benedirmi per la partenza in Italia, avevo raccontato l’episodio con i soldi e ha capito benissimo. Sapete quale fu il primo discorso della squadra di nuovi sacerdoti mandati in parrocchia? Semplicissimo. Hanno descritto a punto e virgola, come nei verbali cosa hanno ricevuto, i pagamenti in sospeso, quello che hanno spesso i primi e quello che si ha intenzione di fare, in grande i costi, invitando ciascuno, secondo le proprie possibilità e coscienza, di contribuire oppure no. Più umani e onesti di così? Al cuore delle persone bisogna rivolgersi con onestà. Tutto qui.

                Ricordatevi cosa capitò ai due coniugi che hanno mentito l’apostolo Pietro riguardo alla vendita dei loro beni, raccontando il falso del prezzo ricavato. Hanno detto il falso e il cuore è ceduto, prima lui, poi la moglie. Chi aveva obbligato loro a seguire i nuovi cristiani, nessuno? Ma seguirli per introdurre la menzogna … pensate che oggi questo non vale più? Vale più che mai. La pazienza di Dio ha dei limiti, siamo noi che ci illudiamo che fosse illimitata.

Tra i poveri cristiani le cose vanno diversamente, comunque ho toccato con la mano e sulla propria pelle, l’abbandono da parte degli uomini e la protezione della Divina Provvidenza. Avevo lasciato il sicuro per abbracciare un mondo insicuro, ma ci sarei mai arrivata alla consapevolezza di oggi, se non avrei fatto quel passo. Coraggio, pazzesco. In qualche parrocchia di Ostia Antica, non mi ricordo più il nome, mi ricordo solo che uscendo vedevo dritto diritto, il mare. In questa parrocchia, per la prima volta, andando con miei AMICI che mi avevano ospitato ai tempi, c’era una specie di preghiera comune, qualcosa che non avevo mai visto in nessun posto, abbiamo dovuto alzarci e darci la mano tutti insieme, tutti quelli che hanno voluto, perché invitati a pregare e cantare in un grande cerchio davanti all’altare. Poi si andava dentro uffici e ognuno riceveva quello che gli mancava, io avevo visto dei libri che aspettavano di essere letti. Quale fu il primo titolo tra le mani? Un trattato di psicologia, dove la scimmia faceva da protagonista: ho promesso a me stessa che di questa “teoria” prima o poi mi sarei occupata seriamente, anima e corpo. Un grande capannone nel cortile della

parrocchia, come nella mia città, offriva in vendita tutto quello che ciascuno aveva da rinunciare, perché il ricavato andasse come offerta per la parrocchia. Antiquariato e oggetti d’arte, sembrava un museo, credo che ogni appassionato avrebbe trovato qualcosa di suo gusto. Trovo lodevole il riciclo ai scopi di bene. Mi ricordo di aver partecipato a un paio di tombole per la Chiesa e Croce Verde, servizio civile. I monaci cappuccini a Torino, Madonna di Campagna del Cardinal Massaia – facevano questo tipo di raccolta. Bisogna avere dei posti, un po’ di organizzazione, poi il numero, quello che veniva, per me era come una nuova “missione”.

Avevo estratto, la macchina fotografica KODAK – e ho fatto il corso di Photoshop, un vaso di ceramica raffigurata la Sicilia sopra, e da lì a poco sono andata ad abitare in Sicilia, matite – e ho iniziato a scrivere e scrivere. A Colle di Nava, andando verso Diano Marina in spiaggia, c’era un’altra tombola. Cosa ci riserverà il Signore tra tutto questo? Tre bicchierini tipo suvenir, Roma e Lourdes. Dove giro, giro, la mia “fortuna” è collegata sempre con i luoghi di culto e la devozione mariana. Come dire: <<Non dimenticarti!>>.

Parlando di colori e penna, mi ricordo quello che mi aveva raccontato mia madre, come nulla fosse, pochi mesi prima di morire: “Non ti ho mai raccontato nulla sul tuo battesimo?”. – No!

“Abbiamo preparato su un vassoio tutto quello che avrebbe servito per individuare un talento, un dono, un futuro mestiere.  Abbiamo mescolato per tre volte e tu per tutte tre volte, hai scelto le stesse due cose: i colori e la penna”. Non sapeva quanto sollievo mi aveva dato con le sue parole: non mi sento mai nel mio aggio come scrivendo e colorando, come cose che fanno parte di me. Non amo i canoni, i schemi preimpostati, perché mai veritieri. Se qualcuno ha qualcosa da dire al mondo intero, deve solo ed esclusivamente raccontare la verità, essere onesti e veritieri. Il Signore dice che nessuno non dovrebbe mai né aprire la bocca, né prendere la penna in mano e scrivere qualcosa se non è una verità. Guai mille volte guai a chi mente sul mondo spirituale, lì si entra in una zona talmente pericolosa che sarebbe come qualcuno scrivesse la sua stessa condanna, usando le parole come lacci.

Nei scritti di Maria Valtorta, poiché la penna di Dio, forse anche Santa Geltrude, incontrai quest’idea in vari modi espressa, nei più scritti dei mistici, non dimenticate mai che i scritti non sono di santi nati, sono dichiarati santi DOPO la loro morte. Gli errori che spargono nel mondo con i loro scritti, “grazie” ai loro lavorio,  vengono puniti anche oltre tomba, dunque se qualcuno quaggiù riesce ad estirpare, a cancellare una dottrina falsa, errata che provoca errori anche dopo la sua morte, perché trova seguaci che trasformano in stile di vita per colpa dei loro errori, sono ravvivate le punizioni. Loro da defunti, potremmo dire, pregano che qualcuno abbi pietà di loro ed estirpi il loro errore, così da regalare pace alla loro anima punita in continuazione. E nessuno si illuda che per “disintossicarsi” da una falsa dottrina non ci vuole uno sforzo anche da parte sua. E’ un cibo tossico per l’anima, unita al corpo e allo spirito. Tutte sono collegate e soffrono. La cura solo del corpo non guarisce mai l’anima. Siate onesti con voi stessi, anche se uno sente la voglia di lavarsi e strofinarsi fino all’osso per allontanare il male che sente dentro, non andrà mai in questo modo. Bisogna chiedere una grazia, pregare … e perché no, essere esauditi. Quella guarigione è diversa da quella della pelle. Chi ha sofferto ingiustizie ne sa qualcosa.

                Gli autori di questi scritti che hanno seminato errori, saranno riconoscenti in eterno a tutti quelli che riescono ad estirpare qui sulla terra i loro errori che ancora vivono nei loro scritti. Solo quando nessuno avrà da contaminarsi con tale dottrina, teoria … avranno finalmente la pace. Paragonando lo stesso concetto, raccontato da un demone in una visione ad un monaco, non andrò per le lunghe con particolari, arrivati al punto in cui il demonio rideva dei così detti monaci dei nostri tempi (1850) perché mai chiede il monaco, se non avete più da combattere e tutto è già nelle vostre mani, vi trovate anche se in numero molto diminuito che nel passato, ancora qui. Cosa avete mai ancora da fare? Che cosa

fate ancora qui? <<Anche se non ho voglia, devo dirlo, ci sono quei stracci di libri vecchi, quando qualche giovane inizia a rispettare quello che c’è scritto dentro, ci bruciano con le loro preghiere e digiuni e non possiamo più fare nulla. Se riusciamo a far bruciare anche quei stracci di libri, solo quelli ci tengono ancora da questa parte>>. Poi racconta il monaco, il giorno dopo chiamò tutti e raccontò il sogno e tutti furono stupiti perché in verità alcuni dei nuovi arrivati avevano trovato dei scritti dei vecchi monaci e recitato quelle preghiere, avendo così la conferma di quello che veramente hanno significato per i demoni di lottavano contro i cristiani della zona.

Fu un demone, quello che confermò la santità di San Francesco il poverello, in un esorcismo, a qualche giorno dalla morte del santo. Fu costretto a dire dove è stato nel periodo in cui aveva lasciato libera la posseduta. Sta scritto nei <<Fioretti di San Francesco>>.

                Il blog fu creato anche per questo, senza chiedere alcun indirizzo, e-mail a nessuno, la fede è libera, ciascuno ha la sua coscienza, il suo libero arbitrio e Dio rispetta la Sua creatura, la libertà della Sua creatura (Il Dialogo della Divina Provvidenza – quel libro unico nella categoria, cioè, Dio Padre che spiega a questa grande santa, Caterina da Siena un po’ il governo del mondo divino).

Anche di queste richieste sotto “la tutela della privacy” ne ho le scatole piene. Fate un po’ come vi pare, l’entrata è libera ed è proprio per questo che non ha una e-mail, perché non ho nulla da rispondere. Indagate, ciascuno per proprio conto. Vedete, la nostra anima è un giardino e come nella vita reale crescono erbe cattive, quasi cancellando i fiori e le cose belle alla vista, con la nostra negligenza nel lavorarci l’anima, i nostri vizi gli lasciamo crescere e radicarsi per bene.

La Trinità sotto forma di Pietà, Museo Civico Termini Imerese (Pa) Sicilia sec. XV autore ignoto

14 settembre.

Dice Gesù:

<<Si chiama “Festa di S. Croce”. Sarebbe meglio dire “Festa del Sacrificio”, perché sulla Croce c’è stato l’apoteosi del Sacrificio mio di Redentore. E dicendo: del sacrificio, si potrebbe dire “del Sangue”, perché sulla Croce ho finito di spargere il mio Sangue sino all’ultima goccia, sin quando esso non è già più sangue ma siero di sangue: il trasudato estremo di un corpo che muore.

Quanto sangue, Maria! E l’ho sparso da per tutto, per santificare tutto e tutti.

La festa del Sangue di Cristo, sparso ovunque sulla Via Crucis, nulla è capitato mai PER CASO, ogni particolare della Via Crucis ha corrispondenza mistica/fisica – un già pagato in anticipo, un già visto in anticipo. Gesù ha già pagato anche per l’ultimo che nascerà sulla Terra. Sarà un ultimo, sarà anche l’ultimo giorno di vita della Terra come pianeta.

Anche in questo mio soffrire e sanguinare in più luoghi è il suo perché, che voi non indagate ma che Io, per la festa della Croce, ti voglio rivelare.

L’ho sparso nel Getsemani, orto e uliveto, per santificare la campagna e le opere della campagna. La campagna creata dal Padre mio con le sue messi, le sue viti, le sue piante da frutto, le soprannaturale insegnamento, ai primi uomini della terra. L’ho sparso là per santificare la terra e i lavoratori della terra, in cui sono compresi anche i pastori delle diverse specie di animali concessi dal Padre all’uomo per aiuto e sostentamento all’uomo.

Ho sparso il mio Sangue nel Tempio, poiché ero già ferito da pietre e bastoni per santificare nel Tempio di Gerusalemme il Tempio futuro, il cui cemento si iniziava in quell’ora: la mia Chiesa è tutte le chiese, case di Dio, e i ministri di esse.

Ho imporporato di una sempre maggior aspersione di sangue i soldati flagellatori per infondere alle milizie quel senso di umanità nella dolorosa evenienza delle guerre, malattie maledette che sempre risorgono perché non sapete estirpare da voi il veleno dell’odio e inocularvi l’amore. Il soldato deve combattere, tale è la sua legge di dovere, e del suo combattere e uccidere non sarà punito poiché l’ubbidienza lo giustifica. Ma punito sarà di Me quando nel suo combattere usa ferocia e si permette abusi che non sono necessari e che anzi sono sempre da Me maledetti perché inutili e perché contrari alla giustizia, che deve essere sempre giustizia anche quando una umana vittoria inebria o un odio di razza suscita sentimenti contrari alla giustizia.

Il mio Sangue ha bagnato le vie della Città, stampando orme che, se più non si vedono, sono rimaste e rimarranno eternamente presenti nelle menti degli abitatori dei Cieli altissimi. Ho voluto santificare le vie dove tanto popolo passa e tanto male si commette.

E se tu pensi che il mio Sangue profuso ogni dove non ha santificato tutti i ministri della Chiesa, non ha santificato le regge, non le autorità, non le milizie, non il popolo, non la scienza, non le città, non le vie e neppure le campagne. Io ti rispondo che Io l’ho sparso ugualmente pur sapendo che per molti si sarebbe ritorto a condanna invece che esser salvezza secondo lo scopo per cui lo spargevo, e l’ho sparso per quei pochi della Chiesa, della Scienza, del Potere degli Eserciti, del Popolo, delle Città, delle Campagne, che hanno saputo raccoglierlo e comprendere la voce d’amore e quella voce seguirla nei suoi comandi. Benedetti loro, in eterno!

Ma l’ultimo Sangue non fu sparso sulle zolle, sulle pietre, sui volti e sulle vesti in luoghi dove l’acqua di Dio o la mano dell’uomo lo poteva lavare e sperdere.

L’ultimo Sangue, raccolto fra il petto ed il cuore che già si gelava e sgorgato per l’ultimo spregio – perché nel Figlio di Dio e dell’Uomo non restasse una stilla di liquido vitale ed Io fossi realmente l’Agnello sgozzato per l’olocausto accettevole al Signore – l’ ultime gocce del Sangue mio non sono andate disperse. C’era una Madre sotto quella Croce! Una Madre che finalmente poteva stringersi al legno della Croce, tendersi verso la sua Creatura uccisa, baciarne i piedi trafitti e rattratti nell’ultimo spasimo, e raccogliere nel suo velo verginale le estreme stille del Sangue del suo Figlio che gocciavano dal costato aperto e rigavano il mio corpo senza respiro.

Dolorosissima Mamma mia! Dalla mia nascita alla morte Ella ha dovuto soffrire anche per questo: di non poter dare alla sua Creatura quei conforti primi ed estremi che anche il più misero dei figli dell’uomo ha nel nascere e nel morire, e del suo velo ha dovuto far veste per il Figlio neonato e sudario per il Figlio svenato.

Quel Sangue non s’è perduto. Esso c’è e vive e splende sul velo della Vergine. Porpora divina sul candore verginale, sarà il gonfalone di Cristo Giudice nel giorno del Giudizio>>.

Dagli dettati di Gesù a Maria Valtorta

Lettera al nostro fratello Giuda

Gesù si confidò con qualche anima pia, dicendo che il discepolo che ha ferito il suo cuore, fu quello che Lui ha amato di più. Come per dire, doppiamente amato. Sapete come si fanno le cure mediche, a volte bisogna raddoppiare il tempo per guarire, diciamo che la malattia si ostina e noi ci adeguiamo. In Giuda, Gesù ha investito più amore che per qualsiasi altra persona, immaginate che era Dio, un amore sconfinato, eppure ha vinto il diavolo.

A scala umana, a pari di uno a dodici, decisamente sarai tradito. In qualche segmento della tua vita, famiglia, amicizia, lavoro … uno è pronto a tradirti. Si sta facendo i conti del “suo” guadagno e se dall’altra parte scricchiola – suonano più soldini, interessi, posti fissi, entrate in qualche ambiente più elevato, ha la somma pronta.

La storia di Giuda, continua.

Ogni volta che qualcuno trama, costruisce trappole, inganna con il sorriso e pacca sulla spalla, spinge la vittima.

Vedete, il dramma di Giuda, come di tutti suoi seguaci, eredi, fu spiegata da Gesù stesso. Non pensate che questa sua disperazione fu qualcosa all’improvviso, decisamente no.

Oggi, il lavoro del demonio nelle anime è più deriso che mai. Non invecchia mai il demonio, il maligno. E’ lo stesso da sempre.

Quando lui opera nell’anima umana, qualcosa inizia a non funzionare più. Bisogna stare attenti, ad ogni “nuovo” comportamento. Nel <<Pastore di Erma>> vanno descritte benissimo i sintomi della sua presenza.

Non raramente, usa la bocca di qualcuno per offendere, quasi fulmine a ciel sereno. Fateci caso di cosa fate esattamente in quel periodo e se avete a che fare con anime che cambiano, migliorano per “colpa” vostra, non c’è ombra di dubbio che state “rubando” qualcuno dal suo gregge.

Il nostro fratello Giuda, ha bisogno di cambiare il suo cuore, non i vestiti, non il posto, non il mestiere. Bisogna cambiare il suo interno, il suo vero “io”. Non posso spiegarmi che in termini cristiani, perché per chi ha Gesù Cristo come “unità di misura” segue come un filo rosso, tra Lui e “causa”, tra Lui e l’altro, tra il Suo modo di pensare e suo personale. Cosa avrebbe detto Gesù, a questo nuovo fratello Giuda? E Gesù ti ispira come prenderlo, come trattarlo. Chi è orgoglioso non può fare nulla, perché la stima che ha di se è falsa.

A tutti quelli che pensano di aver fatto tutto all’oscuro di tutti, hanno lavorato sì all’oscuro degli esseri umani, ma il suo lavoro, resta lì, “depositato” nella sua memoria, nel suo stesso archivio, la coscienza – alla presenza di Dio, prende la parola e racconta per filo per segno tutto quello che ha operato, con le mani, con la bocca, con il cuore. Se quello che fai, senti e testimoni con la tua bocca non è un tutt’uno, allora caro fratello Giuda, non inganni che solo te stesso. La verità semplifica la vita, chi mente infatti deve ricordarsi cosa e a chi ha detto esattamente, altrimenti tradisce se stesso, cade nella trappola che ha costruito per altri. Vivere una vita simile è un inferno. Vivere alla presenza di Dio è semplicemente vivere come davanti a te fosse Gesù in persona.

S’ingannano tutti quelli che pensano che Dio non esiste, solo perché non è capitato questo o quello SUBITO. Il tempo è Suo, ha tutta l’eternità per giudicarci e dare a ciascuno il suo, adesso ci usa misericordia. Il nostro tempo di vita è una “merce” nel nostro possesso a data di scadenza, ignoriamo che non lo conosce che  solo Lui.

Guardiamo a destra e a sinistra che muoiono, ad ogni età, eppure, non vogliamo smettere di illuderci.

Dio ha vinto il mondo, ha vinto anche il demonio. Se non si è dichiarato apertamente fu per disegni segreti di cui solo Dio conosce la fine.

L’esistenza di Giuda è segno della sconfitta di Giuda con se stesso. Ammetiamo che Giuda fossi tu.

Solo con amore si può curare, vinci il male con il bene. Badate bene che se non è un amore vero, non avrà alcun risultato. Solo per amore di Gesù si può amare, curare, guarire anche il nostro fratello Giuda. Ognuno faccia la sua parte, tutti abbiamo dei fratelli con problemi, tutti abbiamo da fare. E’ un lavoro che Gesù ama e benedice, è un continuare il Suo lavoro.

consacrare la casa

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